Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

giovedì 22 dicembre 2011

Surprise!

Ecco. Ci sono momenti in cui certe persone (non a caso lontane, ma vicine al cuore) si fanno sentire come se fossero nella tua stessa stanza, a chiacchierare e ridere con te.
Sono lì talmente vicine che le abbracci col pensiero, e vorresti poterlo fare con tutto il corpo.

Questa mattina mi sono arrivate 3 bellissime sorprese.
Un blocco di raso rosa - quale altro colore poteva mandarmi la mia preziosa S? ;) -  per scrivere i miei pensieri, con una dedica dolcissima che mi ha commosso;
una confezione di tisana dalla splendida C., che mi incoraggia tantissimo definendomi "la sua scrittrice in progresso preferita!" e mi fa venire il sorrisone gongolante da nano da giardino;
il biglietto di auguri della mia M., gioia lei, con una foto della sua pupa bella da far paura (mia madre ha sgranato gli occhi dicendo "ma chi è? Quant'è bella!" Eh lo so, non ci si può far nulla, è bella sì!)

Mi sono sentita grata, felice, fortunata.
Lo spirito natalizio non sarà quello da abete di 2 metri in casa con su 13 kili di decorazioni e luci da consumo energetico di un paese di medie dimensioni; però scalda il cuore sapere che persone tanto belle ti pensano e ti voglio bene.


martedì 20 dicembre 2011

Pensiere spersi e sparsi.

Qui si soffre di mancanza cronica di spirito natalizio, e non c'è nulla di nuovo; però, sarà il periodo un po' letargico o la fine dell'anno incombente, ci sono tanti pensieri che mi rosicchiano la materia grigia, senza farsi scrupoli per la fatica del criceto che mi gira in testa e fatica a stare dietro a tutti.


E vabbè, allora diamogli da fare a 'sto disgraziato di criceto: d'altro canto è lui che vuole girare la ruotina incastrata fra le orecchie, io gli darei pure le ferie ma lui non le vuole. Stakanovista!


. è quasi natale, ok. Natale chiama feste, feste chiamano parenti. Non posso negare un attimo di apprensione pensando alle domande che arriveranno, inevitabili, sui principali argomenti di conversazione post-pranzo: il libro è finito, bello! ma l'hai stampato? ah ancora no? ma ce l'hai un editore? ah ancora no? ma almeno stai lavorando? ah no? ma quindi che fai? ...il fidanzato ce l'hai? ah no? 'spetta neh, giochiamo a burraco? andata! - il criceto cigola e guaisce alla sola idea.

. sono tuttora impegnata nella creazione dei miei regali natalizi, che non posso dire cosa sono perchè alcuni sono in viaggio e non posso rovinare le sorprese così: mi piace questa aria un po' festosa - ma non troppo - che mi mettono addosso, pensando alle persone a cui li ho mandati e che spero li apprezzeranno - criceto operoso.

. domani si preannuncia una giornata intensa, con la visita a Roma di due mostre. Una è Body Wolrds, che solo a pensarci mi sento tutta elettrizzata. L'altra è di Dalì, che amo e ammiro tantissimo. Insomma, una specie di prova del fuoco per le mie ginocchia, la prima occasione da quasi 2 mesi a questa parte per muovermi tutto il giorno e possibilmente tornare a casa con ancora le gambe attaccate al tronco - il criceto scuote la testa sconsolato; se le gambe ti si bloccano, cretina, sticaz sono affaracci tuoi. Io entro in sciopero.

. anche senza lo spirito da natale-cocacola, quello che ti fa ricoprire ogni superficie di lustrini e lucine intermittenti, e ti obbliga a comprare un pensierino anche per il figlio del vicino del lattaio di tuo nonno, devo ammettere che sono contenta di sentire parenti e amici che non vedevo da un po', di pensare agli zii che stanno per arrivare, ai dolci da preparare insieme mentre si chiacchiera, ai pranzi e alle cene rumorose ed extracaloriche e buonissime - il criceto è già in iperglicemia, io pure.


. ui uish iu a meri crismas, come cantava ieri il mio cuginetto allo spettacolo dell'asilo.

giovedì 15 dicembre 2011

Commozione.

"...E' bellissimo" sigh, sob, "è proprio bello, cioè mi ha commosso, e insomma" sigh, "sei così tu, è proprio... sei tu in pieno, cioè" sniff sniff "mi è proprio piaciuto!"

Questa è la prima recensione che ricevo alla lettura del libro.
Ecco, non verrà pubblicata su nessuna rivista o altro, ma è la prima ufficiale che ricevo.

E' stata intervallata da affranti versi di apprezzamento, e da strombettate del naso mica da ridere.

Il fatto che me l'abbia fatta mia sorella non cambia di un'H la cosa.







Cara casa editrice F., tu che hai in mano il malloppo da ormai un mese (ok, lo so che un mese è pochissimo, e che non ci si deve aspettare risposte - sempre che arrivino, of course - prima di qualche anno luce).
Tu sai che sono stata una brava bambina e mi sono comportata bene e non ho detto troppe parolacce e non sono stata un gatto aggrappato alle croste del mondo, eccetera eccetera.

Casa editrice F., me lo dici anche tu che ti è piaciuto? Che ti ha commosso tutta e ti ha un po' sciolto i nodi dentro la pancia e ti ha fatto pensare "oh ma che figata, io 'sta perla la devo proprio pubblicare prima che qualche concorrente me la ciuli"?


Me lo fai come regalo di Natale, che siamo tutti più buoni e apprezziamo come pazzi le buone notizie? Che dici?


Ps: in questo periodo il leitmotiv che gira come un disco incantato nella mia testa è "a J.K. Rowling hanno rifiutato la pubblicazione del primo Harry Potter per 12 volte prima che un editore un minimo sveglio si accorgesse di avere in mano un tesoro".

Ok, ce la possiamo fare.

venerdì 2 dicembre 2011

Ecco.

It's not fair, canta una canzone.
Non è giusto.
Non lo è affatto.

E così tu, TU, ieri ti sei portato via la mia borsa.
Me l'hai presa in un momento di distrazione, che sto pagando caro e amaro. 


Tu l'hai presa, e se io sapessi farlo ti lancerei una di quelle maledizioni stile Alex Drastico dopo il furto del motorino.


Ma siccome non lo so fare, ovvero le parolacce rischiano di soffocarmi come già è successo ieri, allora mi limito a dirti giusto un paio di cose.

Il portachiavi a cui erano appese quelle 3 chiavi, peraltro ora inutili dato che le serrature sono state tutte prontamente cambiate, era un regalo. Il regalo di un amico, a fine giornata di un compleanno davvero triste, per strapparmi un sorriso. E adesso ti sei preso il mio regalo.

L'ipod con dentro le mie canzoni era il terzo, il terzo che avevo preso, dopo che il primo - un regalo - mi era stato rubato - pure lui! - e il secondo, comprato in sostituzione del primo, era caduto nell'oceano indiano. Io non lo so, davvero.
Il terzo.

Il cellulare di poco prezzo che hai trovato aveva dentro, oltre ai numeri di tanti amici che non so come ricontattare, messaggi vecchi di anni, di anni, fra cui quello di mio zio che dopo l'operazione al cuore mi diceva che stavano per dimetterlo. Io pensavo di non rivederlo più, e lui mi mandava SMS. Quello della mia amica dopo la nascita delle sue gemelle. Quello dell'amica che mi diceva quanto era stato bello vedermi dopo tanti mesi. E adesso, anche se riavrò lo stesso numero, non li potrò + recuperare.

Il portafoglio e il portamonete che hai trovato nella tasca, lasciando perdere i soldi che c'erano dentro - che da disoccupata non mi sono proprio indifferenti, mannaggiattè - erano entrambi regali di un amico caro, ricordi di una città che amo. Nel portafoglio c'era il biglietto di Natale di 2 anni fa, scritto da mia sorella appena ero tornata dall'Africa. Per dire, non erano proprio cacchi tuoi prenderlo.

L'agendina letteraria che c'è lì dentro, con i miei impegni e le citazioni di tanti libri, mi ha accompagnato per quasi un anno, mi ha ispirato, mi ha seguito nelle mie cose da fare e da non fare.

E soprattutto... la cosa per cui ho pianto di più, quella per cui mi si incrinava la voce mentre facevo l'elenco per la denuncia dai carabinieri, è il Moleskine dorato, regalo di un'amica che capiva quanto certe idee avessero bisogno di essere scritte, stese a caratteri caotici sul foglio, e poi rilette.
Io su quelle pagine ho scritto i pensieri degli ultimi 7 mesi, gli appunti del libro, le idee fichissime che mi venivano di notte e mi facevano pensare che genio che sono a tenermi il blocchetto sempre a portata di mano. Ci ho messo il cuore, lì, in quella roba per te inutile.
E la cosa migliore che possa sperare è che tu l'abbia sbattuto via in un campo. Ecco.



E allora sai cosa? Ti auguro solo di non goderti nulla, di ciò che mi hai rubato.
Ecco.

martedì 29 novembre 2011

La nonnite.

La Tina c'è.
Con la mente e con il cuore passa da qui spesso, ma le dita non scrivono molto, pensando che comunque di grandi news da dare non ce ne sono e allora tanto vale tacere.

In realtà, qualcosa sta cambiando.

E' qualcosa di impercettibile, di piccolo, ma che fa un po' ghignare.

La Tina ha deciso che se non può uscire causa ginocchia farlocche, non deve fare sforzi eccetera, ne approfitterà per terminare la trasformazione in Nonna dell'Anno 2011, e deve sbrigarsi che il tempo scorre ed è rimasto solo un mese per aggiudicarselo.

E così lei, impavida, s'è chiesta: cosa succede fra un mese?
Ah sì, pare che sia Natale.
E allora che cosa possiamo fare per rallegrarci un po' i pensieri?
Iniziamo a pensare ai regali da fare!
Ovvio che a stare in casa non è che i negozi ti vengano a trovare, ma noi abbiamo la soluzione.
Oh, se ce l'abbiamo.

La Tina ha preso un grosso sacchetto di gomitoli di lana, un bell'uncinetto - ve l'avevo detto che il premio Nonna dell'Anno è suo, ormai, ritiratevi pure che non c'è concorrenza! - e ha incominciato a fare manicotti.



Carini, semplici, caldi e comodi.

Et voilà, un piccolo passo per l'umanità, un grosso passo per la Tina che si mette a fare qualcosa per non sbattere la testa al muro e concentrarsi sui pensieri negativi.

Nonna, sei fiera di me?

martedì 22 novembre 2011

Vorrei, ma non posso.

Ieri la Tina si è affacciata timidamente a blogger, ha scritto un commento al post di un'amica che è stato gaiamente spernacchiato - sorry, we're having problems posting your comment.... - e quando ha aperto il suo blog lui l'ha fissata con sguardo vacuo: che vuoi? chi sei? ma poi, perchè?

E lei se n'è andata sparolacciando, non era giornata.

Oggi? Vediamo se ce la si fa.

Sono giornate di pensieri a volte sciocchi a volte intensi. Da 4 settimane, ormai, la Tina sta atterrata con questo caos alle ginocchia che non si capisca cosa sia. Dopo aver visto medico generico, ortopedico, fisioterapista e reumatologo, e dopo aver fatto lastre e analisi del sangue e in attesa della risonanza ad entrambe le ginocchia, ancora siamo lì a giocarcela a dadi tipo "potrebbe essere questo..." "ma potrebbe anche essere quell'altro, perchè no!"
Giri la ruota e compri una vocale?


Nel frattempo, la Tina se si muove lacrima, si sta foderando la pancia di pastiglie e un paio di medici hanno iniziato a parlare di cortisone, che non s'è manco capito se vada ingerito, spalmato o iniettato.
L'umore sta raggiungendo picchi da far spavento ad un orco col ciclo in ritardo.

Ora, la Tina sa che nessuno ha bisogno - nè particolare voglia - di essere ammorbato dalle notizie di cattiva salute altrui.
E' che quando si sta così, non c'è molto d'altro.

Si sta un po' così,


a girellare quieti nella boccia rotonda, sentendosi abbastanza senza senso e con ben poche prospettive.


Oh, senza volerla fare tragica, la Tina lo sa che è una situazione temporanea. Sa che nella peggiore delle ipotesi potrebbe trattarsi di un difetto da correggere con una piccola operazione chirurgica - ad entrambe le ginocchia.... sigh - ma vogliamo pensare che questa sia la peggiorissima ipotesi.

Ha solo un po' di malinconia, forse è un vago senso di solitudine o di abbandono dal mondo.
In ogni caso, vorrebbe sentirsi più energica, più stimolata e stimolante. Ma da qualche giorno va così.

lunedì 14 novembre 2011

Caro dottore.

Gentile dottore,
io lo so che lei di secondo nome fa "indoratore di pillole" e apprezzo la sua indole scherzosa e sdrammatizzante nei confronti delle mie grane.

MIE, sottolineo che sono le mie grane.

Sono mie anche le ginocchia che lei ha visitato, e per cui ha dato una diagnosi che non riesco manco a leggere sul foglietto - ma voi medici fate il corso apposta di scrittura incomprensibile? - e soprattutto sono mie anche le piccole attività consigliate a fine foglietto, sempre nella stessa calligrafia da non-serve-che-tu-legga-quello-che-c'è-scritto, anzi-sì-ti-servirebbe-mannaggia, peccato-che-ormai-l'ho-scritto-e-tu-non-ci-capirai-nulla.

Quando li ha scritti, con tono meditabono, mi ha detto "mi raccomando di farli quotidianamente, cara, non sono difficili e portano via una ventina di minuti al giorno" e mentre lo diceva annuiva per convincere forse se stesso, forse me.
E a mano a mano che lei scriveva io la guardavo, e leggevo le sue istruzioni, e inarcavo le sopracciglia finché non mi si sono mimetizzate fra le radici dei capelli.
No perché qui qualcuno si sta pigliando in giro.

Gli esercizi, semplici semplici, sono 2.
Il primo è di rafforzamento e il secondo di stretching.
20' ciascuno, e tenendo conto che le mie ginocchia hanno deciso insieme di dare forfait, la somma del tempo da dedicarci è presto fatta:
20' primo esercizio per 2 ginocchia, 40'
20' secondo esercizio per 2 ginocchia, altri 40'
il totale è 1 ora e 20', dottò.

Non una ventina di minuti al giorno.
Ah, ma ci siamo anche raccomandati di farli 2 volte al giorno, il che significa che l'ora e 20' diventa 2 ore e 40'.


Non mi da noia, dottore, intendiamoci.
Anche se fanno male e tirano mentre li faccio, la speranza è che alla lunga servano a rinforzare e lavorare meglio, a tornare a camminare senza fare le smorfie se devo fare 2 gradini.
Ma, e non è un ma da poco, non mi piace essere trattata da pirla.


venerdì 11 novembre 2011

Blogging day: 2eurox10leggi


L'iniziativa è, per fortuna, già nota, e non serve certo la spiegazione della Tina in merito. Trovate quello che desiderate sapere, sul come e perchè sia nata, qui

L'importanza di questa cosa non sta solo nella presa di coscienza di tante donne, giovani e meno giovani, imprenditrici di successo o mamme a tempo pieno, impiegate o top manager, precarie o disoccupate; sta anche nel momento che stiamo vivendo, affacciandoci ad un cambiamento epocale della nostra storia politica che, si spera, possa concludere una fase di cui in tante ci siamo vergognate, per cui ci siamo lamentate e abbiamo protestato, più o meno pubblicamente.

Noi possiamo agire. Noi. Non loro, non gli altri. NOI.

E allora, se sta a noi dire ciò che pensiamo, facciamolo.
Creiamolo il circolo virtuoso del cambiamento, facciamo sentire ciò che vogliamo.

Queste le richieste: 

1. Legge per il congedo obbligatorio condiviso. Introduzione del concetto di paternità obbligatoria.

2. Legge per la maternità universale. Ovvero ogni donna che sceglie di diventare madre, sia essa single, sposata, lavoratrice dipendente o precaria, deve aver diritto al sussidio di maternità.

3. Legge per la realizzazione di una reale democrazia paritaria. Una legge elettorale che, come quella campana, preveda la doppia preferenza di genere e una presenza al 50 per cento nelle liste.

4. Legge contro le dimissioni in bianco e incentivi per una maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni. Obiettivo: la parità ovunque, anche nei salari.

5. Educazione sessuale e di identità di genere fin dalla scuola primaria su modello di quelle danesi. Istituzione di una Commissione che vigili sull'uso dell'immagine femminile nel mondo dei media.

6. Legge contro la violenza sessuale sul modello spagnolo. Si parte dall'educazione fino alla tutela dei e nei centri di accoglienza delle vittime, all'assistenza legale, alla punizione e recupero di chi opera violenza.

7. Leggi per il finanziamento della costruzione di asili nido di piccole dimensioni ma diffusi sul territorio, e per i tempi pieni di qualità nelle scuole primaria e secondaria di primo grado.

8. Legge che deliberi reali sostegni a tutte le tipologie di nuclei familiari con figli o con anziani a carico. Rivedere anche la legge sulle pensioni di reversibilità che ha danneggiato soprattutto le donne.

9. Una legge sul futuro. Provvedimenti per dare maggiore autonomia, anche economica ai giovani e alle giovani. Sulla proposta di Martine Aubry, finanziare il merito e la realizzazione in tutti i campi: dalla cultura all'industria.

10. Promuovere a tutti i livelli istituzionali, dai Comuni allo Stato Centrale, il Bilancio di Genere, che consente di ripartire in modo equo e più controllato le risorse a disposizione.

martedì 8 novembre 2011

Pessime notti

Inizia così.
Passi una nottata infima per via del dolore alle ginocchia, poi pensi che ormai è quasi 2 settimane che ti imbottisci mattina e sera - la prima settimana anche dopo pranzo... - di antinfiammatori e hanno funzionato come se fossero caramelle mou, anzi il dolore continua a crescere.
Oltretutto, non solo non fanno passare il male, ma ti stanno anche dando dolori assurdi alla schiena, probabilmente ai reni, quindi al danno si aggiunge la beffa. 
Qualcosa non va.
Poi ti ricordi che fra 2 giorni ritiri le lastre in ospedale, e ti segni di prenotare un appuntamento dal dottore per farti dire subito se sono conclusive e indicano il problema o no, nel qual caso è meglio prenotare una risonanza - che facciamo, ci neghiamo la risonanza? Quando mai!

Causa pessima nottata, appena sveglia la Tina si scanna al telefono con una persona cara, iniziando a urlare le sue ragioni e zittendo l'altra perchè lei sì che ha capito tutto, e quindi mondo sta' zitto e prendi appunti.
Il tutto prima ancora di aver bevuto la prima tazza di tè della giornata.
Quando si dice "il mattino ha l'oro in bocca"!
Tanto per continuare con gioia, la Tina ha un tremolìo alla palpebra per mezza giornata, segno indubbio che il nervoso sta raggiungendo i livelli di guardia.
Quasi quasi inizia a pensare che il ruolo da schizoide con tanto di tic nervosi sia quasi adatto a lei.

Che ci si aspetta uno dopo una nottata così?
Che la notte successiva sia tutto un sogno poetico e rilassante, di recupero; che scorra sul velluto.
Invece, a mezzanotte e qualcosa la Tina spegne saggiamente la luce, mica tira le 2 a guardare i film come la sera prima, no no! Si rilassa. Pensa cose positive.
Dopo 1 ora e passa, è ancora così




a fissare il buio con sguardo allampanato mentre il sonno le fa ciao ciao con la manina e lei cerca di acchiapparlo con la retina per le farfalle.
Non funziona, tanto per la cronaca.


Oggi, la Tina deve fare la cura del silenzio. Deve concentrarsi sul trovare motivi di calma interiore e di pace, altrimenti l'eventualità di sclerare del tutto è molto probabile.
Mentre cerca di capire i motivi per cui sta così - non le sono chiarissimi, ma un paio le sembrano degni di nota - e respira lungo e profondo, si spalma la cremina fatta di occhi di drago albino sulle ginocchia con gesti lenti.
Per la cronaca, non sta funzionando manco quella.

mercoledì 2 novembre 2011

Tinallegra.

- Dottore, buongiorno.
- Oh Tina, quanto tempo. Come andiamo?

Accanto al dottore c'è una giovane apprendista, che segue passo passo quello che lui dice e fa.

- Tutto a posto, grazie. Ok, non proprio, ho tipo questo dolorino alle ginocchia, tutte e due ma di più il destro, mi fa male a camminare e ho l'impressione sgradevole che mi ceda la gamba...
- Ok, vediamo.

E vediamo.
La Tina resta ginnica in calzini a losanghe e culotte di Snoopy. Sì dottore, è Snoopy, grazie per averlo notato. E' proprio la sua faccia quella sulla mia chiappa, sissì.
Comunque, inizia il simpatico teatrino del ginocchio.

- Tina, visto che sei qui in mutande per noi - oibò - ti sfrutto per far vedere alla giovane assistente tutte le manovre da fare in un caso simile.

Prego, accomodatevi.
Quindi, i riflessi sono a postissimo, visto che stavo per tirarle un calcio in faccia appena toccata dal martelletto, vero dottore? Bene.
Spinga pure i piedi prima a destra e poi a sinistra, tiri la gamba, sì ma certo che mi metto a sedere, e poi in piedi, e poi stesa sul lettino a pancia in giù. Lei mi strapazzi pure di coccole che tanto io non ho male, anche se lei ci prova a farmene - da fastidio se premo qui? E se premo più forte? Sicura? Sì signò, sono sicura, ma fra un po' mi lascia il livido.

Va bene Tina, rivestiti.
Facciamo così, un antinfiammatorio per un po' di giorni, ma di quello tosto neh, mica 'sta bagatella che ti prendevi te. Poi una cremina da spalmare due volte al giorno, va bene?
E poi facciamo una bella lastra ad entrambe le ginocchia, che non ci dirà nulla perchè il problema non è osseo - ma che minchia la faccio a fare allora! - ma noi vogliamo essere sicuri, e poi faremo una risonanza magnetica. Anvedi che bello.
Eccerto. Intanto andiamo a fare shopping in farmacia, evviva!

La suddetta cremina deve contenere cristalli del pleistocene e diamanti polverizzati, estratto di fata turchina e capelli del pirata Barbanera, visto il costo.
La lastra è stata prenotata e verrà fatta, anche qui, direttamente da Papa Giovanni XXIII. Ah è morto? Ah davvero? No, non ci possono essere altri motivi per pagarla tanto, suvvìa.

Comunque, la Tina si sente acutamente un mix fra lui



e lei


Chi per la sonnolenza e l'onnipresente copertina sulle gambe, in perfetto stile novantenne tonica; chi per la camminata sbilenca con trascinamento della gamba senza piegare il ginocchio dolorante.

Corpo di mille balene, che donna!!

giovedì 27 ottobre 2011

A volte ritornano

Che poi se partire è un po' morire, tornare è un po' resuscitare? Rivivere? Ritrovare?

La Tina è tornata a casa, nella Contea. Dopo 5 giorni di Londra vissuti come un salto nel tempo e nello spazio, pienissimi e intensi.

Ha rivisto la sua città del cuore, che per l'occasione ha sfoggiato il suo abito più bello: le giornate autunnali di foglie rosse sugli alberi nei parchi e secche e croccanti sui marciapiedi, pomeriggi brevi ma assolati e luminosi, mattinate di giri, tè caldi e buon cibo quando l'aria inizia a farsi fresca e si sogna un po' di tepore.

La cosa più bella, la migliore, è stata ritrovare gli amici. Chi l'ha ospitata con gioia, chi le ha dedicato un pomeriggio di chiacchiere e risate e pensieri condivisi, chi l'ha portata a vedere cose che non conosceva, chi l'ha abbracciata per minuti interi dicendole "non è possibile che non ci vedevamo da 5 anni, promettimi di non sparire più così a lungo dalla mia vita".
Ogni persona incontrata è stata uno spettacolo, a modo suo.
E ognuno ha reso questa vacanza più bella.

C'è da dire che Londra si è fatta conoscere in angoli che la Tina, nelle sue innumerevoli scorribande precedenti, non aveva mai visto: il Lincoln's Inn, ad esempio, uno spettacolo di architettura nel centro della città che sembra tirato fuori da qualche secolo precedente;  o The Monument, colonnone innalzato per ricordare l'incendio di Londra del 1666 e visto decine di volte su cui, per la prima volta, la Tina s'è inerpicata coprendo i 311 gradini a chiocciola, con enorme terrore di guardare in basso soffrendo di vertigini come una pazza - no, non c'è da chiederle "come mai sali in alto se soffri di vertigini?" Lo fa e basta.

Come dimenticare il fantastico Museo di Sherlock Holmes, che s'è divertita troppo a visitare immergendosi completamente nell'atmosfera vittoriana di caminetti accesi, scaffali di libri, carte ed ampolle in vetro per i suoi studi, le due poltrone su cui insieme a Watson discutevano fitti misteri e bevevano tè caldo in servizi di porcellana, il violino appoggiato alla parete, i tendaggi pesanti e le carte da parati in seta scura, ogni cosa così perfetta da far rivivere l'atmosfera ideale dei libri.

E infine, l'Osservatorio di Greenwich con il Planetario, in cui ammirare strumenti e ammennicoli vari che per secoli hanno guidato ed ispirato gli uomini a scoprire sempre più cose, sempre più lontane.
Lì la Tina ha trovato, quasi per caso, una frase così bella ed ispirante da ricordare in questo periodo di cambiamento e a volte di sconforto e immobilismo:


Tutti. Siamo tutti fatti di polvere di stelle.


Ps: a ricordarle che non viviamo nel mondo dei Minipony e qualcosa deve andare storta, la Tina è tornata da Londra con un dolore cane alle ginocchia - entrambe! - forse dovuto a una qualche infiammazione, per cui ora è sotto Oki sul letto, con una roba calda appoggiata alle gambe, e giusto per consolarsi una teierona da 8 persone a cui attingere Earl Gray e "Tinker Tailor Soldier Spy" di John le Carrè a tenerle compagnia.
Come a dire, non tutti i dolori-alle-ginocchia vengono per nuocere.

giovedì 20 ottobre 2011

London calling!

Eh sì, il canto della sirena oggi si sente forte e chiaro.


Sarà che mancano 24 ore alla partenza, sarà che questo viaggio è stato pensato a lungo ma al momento di pronto c'è... Il biglietto stampato, il cellulare di riserva già con la SIM inglese e la Oyster Card con dentro la mappina della metro. That's it, il resto è da preparare.

Ma l'entusiasmo è tantissimo, la voglia di partire fa sorridere e canticchiare la Tina come una scema anche mentre fa la spesa al supermercato. Davvero.

Ha contattato tutti gli amici che vivono su. Hanno organizzato insieme pranzi, giri ai musei, giri al mercatino di quartiere alimentare, dove si può mangiare qualsiasi cibo presente al mondo. La Tina è semplicemente elettrizzata.
E poi ha deciso di andare a farsi un beeeeel giro all'osservatorio di Greenwich con annesso planetario, che la Tina A-DO-RA. Che c'è di più bello di una passeggiata fra le stelle??

Ah la gioia di una prossima partenza, come riempie il cuore!


E per non dimenticare che ci sono tante cose belle che l'aspettano anche qui, ieri sera la Tina ha parlato con un'amica preziosa che le ha detto di aver letto il finale del suo libro - prima persona al mondo... - e di averlo trovato bello.
E l'amica bella che sta affrontando la gravidanza difficile (e con quanta forza lo sta facendo!) ha comunicato ieri di aspettare una BIMBA, e che tutto sta procedendo bene.

Inutile, oggi non si può smettere di sorridere!!




...andiamo a preparare la valigia, vah!







ps: visto che non si porta dietro il pc e non posterà per qualche giorno.... baci a tutti!!!!

lunedì 17 ottobre 2011

Finito.

Sarebbe finito.
Il libro.
Cioè, è finita la storia che la Tina aveva in mente. La storia che ha cullato per mesi interi, quella che le ha riempito la testa dalla mattina alla sera.

Ha finito di scrivere di quei personaggi che per lei sono diventati reali, persone che attraversano la vita e camminano e parlano e sorridono e si incazzano.

E pensa che sì, li potrà incontrare ogni volta che vorrà. Aprendo le pagine e iniziando a leggere.
Ha una riconoscenza immensa verso di loro, perchè le hanno insegnato tantissimo. L'hanno accompagnata in momenti belli e meno belli, a volte solitudini e a volte casini.
Ci sono stati sempre.
L'hanno aspettata quando lei non riusciva ad andare avanti con la storia, l'hanno seguita quando lei la tracciava con dita sicure.

E ora dormono fra le pagine scritte.

Non è pronto il libro, no. Ci sono quelle seimila cose ancora in sospeso, la correzione dei capitoli e la grammatica e la sintassi e i tempi verbali e l'uso dei pronomi corretti e la consecutio temporum e ha senso? Ed è bello? E va bene che lei faccia quella cosa e lui quell'altra?
E capire come funziona il copyright, a cui la Tina fino a due minuti fa non aveva pensato ma ora è un'altra delle cose da fare.


Non è pronto il libro.
Ma i personaggi che hanno scelto con amore di venire fuori dalle sue dita hanno realizzato ciò che volevano, hanno seguito i loro percorsi. E a parte le quisquilie - che porteranno via comunque un sacco di tempo - la storia è completa. Senza sapere ancora se resterà un blocco di fogli scritti fitti chiuso nel cassetto o se un giorno verrà addirittura pubblicato.

E dalla fine della storia pochi giorni fa sono seguiti momenti di entusiasmo e di brindisi e di annunci a tutti. Ho finito il libro! Ho finito di scrivere... E domande e sorrisi. E poi momenti di blocco, non riesco nemmeno a rileggerlo.
Non andate via, non sono pronta a lasciarvi andare.
Restate ancora un po'.

La Tina si sente all'improvviso vuota.

martedì 11 ottobre 2011

Scene da un weekend.

Non so se avete presente il film Amelie: c'è una scena in cui lei cammina lentamente per strada con la voce in sottofondo che spiega quanto lei sia felice, la temperatura ottimale, l'aria profumata, e il suo cuore trabocchi di senso di pace e di armonia con l'universo intero.


E' una bella scena; probabilmente a tanti saranno capitati - non troppo spesso - quei momenti di pace dentro e di senso di essere accordati al mondo e alla vita, senza note stonate che turbino la quiete.


La Tina oggi si sente così. Merito del weekend appena trascorso, in cui ha visto persone belle e sorridenti e piene di progetti che le hanno raccontato.

La sua amica B. ha compiuto 30 anni, festeggiati con il marito e la figlia e tanti amici venuti da svariate parti dell'Italia e dell'Europa, una tavolata internazionale in cui si facevano mini lezioni di fiammingo, si parlava di tutto in inglese e si sentivano in sottofondo conversazioni in francese, mentre il catanese riecchegiava nelle sue espressioni più luminose e tipiche.

L'amica F. le ha confermato quando si sposerà con il suo bel M., dicendo anche che da marzo cambieranno casa e questo sarà una grossa sfida, un cambiamento, una piccola rivoluzione. La Tina non vede l'ora di vedere il nido nuovo!

L'amica A. invece ha appena cambiato casa dopo 6 anni, e in questa nuova tana luminosa e bella c'è un'atmosfera rilassata e accogliente che la Tina spera tantissimo le porti una gioia nuova e tante esperienze positive.

La dolce E. è forse quella che la Tina ha trovato più cambiata, visto che la sua sofferta gravidanza sta andando avanti fra tante paure ma con un coraggio più forte della paura, una fede e una speranza che tutto andrà bene e che fra pochi mesi ci sarà una personcina nuova da conoscere e amare. Vedere la sua espressione mentre raccontava della perdita della placenta, della paura e delle scarsissime prospettive lasciate dal medico, e dello stupore generale quando le hanno detto "signora non sappiamo come ma la placenta si sta riformando, e sembra vada tutto bene...." l'ha lasciata senza parole. E' bello vedere un miracolo che accade sotto i propri occhi. Alla Tina sono venute in mente le altre donne coraggiose che stanno affrontando gravidanze non facili, cercate e volute e piene di sogni da realizzare, Sfolli e Nora in primis; le ha pensate tanto forte e spera che anche loro abbiano amiche che le ascoltano con gioia davanti ad una tazza di tè.

La splendida S. ha viziato la Tina in modo indecoroso con un tè regale sul divano - e dell'ottimo tiramisù - e il suo bel R. ha riempito il bagagliaio della sua auto con prodotti freschi coltivati da lui con cura e amore, che oggi la famiglia intera inizierà a gustarsi.

I cugini A., A. e D. sono stanti pieni di calore e di sorrisi e di domande sulla famiglia e hanno fatto sentire la Tina, anche se si sono visti per poche ore, proprio felice di avere una famiglia grande, piena di cugini simpatici e di abbracci dati a braccia spalancate.


Con tutto questo carico di amore e calore - e un kilo messo su in 3 giorni, vabbè, cosa volevamo rifiutare i dolci o la polenta con lo spezzatino? Siamo pazzi?? - la Tina si appresta a finire la sua creatura amata, ché il tempo corre e non ne abbiamo da perdere. Pochi giorni e ciò su cui ha investito gli ultimi mesi della sua vita sarà terminato.

Al dopo non pensiamo affatto, ancora si tiene nascosto.

venerdì 7 ottobre 2011

Random

La Tina gira la ruota






e no, non vince carrettate di milioni, ma estrae a caso qualche pensierino degli ultimi giorni dalla testa.


. quanto è saggio invitare un ragazzino che 10 anni fa (o quand'era) ha ucciso una donna e suo figlio minore in TV, a raccontare come ha vissuto questi (pochi!) anni di carcere e cosa ha provato? C'è davvero da diffonderlo, come se fosse una star?

. l'uomo dell'anno da vivo e da morto, Steve Jobs, ha fatto un celebre discorso in cui consiglia di restare "affamati e folli". Alla Tina ha ricordato un po' questo, di un altro uomo, spettacolare ed ispirante come una notte d'estate, Randy Paush. Se avete 10 minuti liberi (forza, non scuotete la testa!) ascoltarlo è un bellissimo modo per spenderli!

. la data della partenza londinese si avvicina e la Tina fa mentalmente l'elenco delle cose da portare/vedere/fare. Per la prima volta da tanto tempo ha deciso che non si porterà dietro il portatile perchè tanto il libro sarà finito e lei vuole stare più tempo possibile a girare e scoprire, e ha bisogno di spazio per lo shopping.

. c'è una sorta di ironia strana, o forse di dolcezza in questo: a pochi giorni dalla morte di Anna staccato Lisa se ne sta andando anche l'amica del papà della Tina a cui lui aveva suggerito di leggere il blog, per trovare incoraggiamento e sostegno nell'affrontare il cancro. E' ormai in coma e non pensano di tirarla fuori.
Nella testa sciocca della Tina le due morti così vicine sono date dalla voglia di incontrarsi, di abbracciarsi finalmente, di poter parlare libere dalla paura e dall'amarezza, felici e serene. Spera tantissimo che sia così.

. questo weekend la Tina va a festeggiare il compleanno di un'amica (yeeeeah!) e avrà modo di rivedere e abbracciare tante persone che sono state e sono tuttora una parte bella della sua vita. Andrà anche a trovare un' amica che dopo lungo tempo e tanti tentativi è rimasta incinta (SI!) a cui durante un esame hanno bucato per sbaglio il sacco amniotico (NO!). Il medico ha dato scarse speranze e ha consigliato di abortire, lei l'ha guardato e ha detto "ah sì?" e ancora ha il suo bimbo dentro, e se lo tiene stretto, e come ha detto l'altra sera al telefono "siamo qui e lottiamo insieme, un minuto alla volta" La Tina sa già che sarà emozionante vederla e spera di avere sorrisi e parole incoraggianti per lei, e di vederla sempre più forte.


In mezzo a tante cose, a pensieri che vorticano in mezzo al vento di questa giornata autunnale, è bello sentirsi vivi, pieni di aspettativa per il futuro e di allegria per le cose belle e anche di rabbia per quelle brutte, fa tutto parte della vita.


Visto che non sarò qui per qualche giorno, posso dirlo buon weekend a tutti e un pensiero positivo ad ognuno?

lunedì 3 ottobre 2011

Nausea (ti prego basta).

Si può provare fastidio, estraneità e nausea per un intero sistema giudiziario e giornalistico?

La faccenda del processo Meredith, come l'hanno chiamato, a me ha dato soprattutto questo. Nausea.


Un sacco di gente deve aver dimenticato che c'entra una donna morta, e non solo una coppia di fidanzatini di bell'aspetto, e sì, mi pare anche un uomo di colore - già condannato, se non ricordo male.

No, il soggetto è lei, la morta. Scusate la crudità, non la chiamerò Meredith come se fosse stata mia amica del cuore, la rispetto in quanto giovane donna che ha smesso di vivere perchè qualcuno l'ha fatta fuori.


Non entro nei meandri del processo, nè del caso. Non so se chi è stato dichiarato prima colpevole e poi innocente sia l'una o l'altra cosa, non lo so e onestamente non mi interessa.

Ma il modo in cui è stato portato avanti tutto questo, per 4 anni, mi da veramente il voltastomaco.
Io, che sono una grande fan del "facciamo finta che", immaginandomi nei panni di una madre, sorella, cugina della donna morta sarei entrata in tribunale con le bombe.
Per i curiosi, i giornalisti che facevano la diretta da dentro e fuori il tribunale, quelli che l'hanno vissuto come la serata finale del grande fratello e quelli che sgomitavanocome il primo giorno dei saldi.

Un gran bel sonoro andate a cagare, e grazie mille di aver mostrato rispetto.

Mi sono rifiutata di seguire i particolari, perchè penso debba esserci una linea spessa come un muro di cemento fra il pettegolezzo e la bramosia di conoscere i dettagli più sconci, e l'umanità da dimostrare a chi sta affrontando probabilmente l'esperienza più orrenda della propria vita.

Comunque, chi vuole può soddisfare la sua curiosità in ogni modo; io, mi tengo il mio malessere e cerco di farmelo passare.

venerdì 30 settembre 2011

E va bene.

30 Settembre.

Oltre a finire oggi uno dei mesi preferiti della Tina, scade anche l'ipotetico limite di tempo che lei s'era data per terminare il libro.
Che ovviamente, ma proprio nessuno aveva dubbi in proposito, è ancora lontanissimo dall'essere terminato.

La storia si srotola nella testa della Tina, Allegra spinge con la sua voglia di fare, c'è da litigare con questo, fare quella cosa, incontrare quell'altro tipo. Va bene, puzzola, va bene. Calmati.

Ieri la Tina nella sua pomposa sinossi del libro ha scritto di aver completato 328 cartelle. Per chi non lo sapesse, sono un sacco di caratteri. Carriolate di caratteri.
Ma il libro non è finito, proprio per niente.
Al momento, finirlo rima della partenza londinese di fine Ottobre sembra un po' così,


una specie di sfida con tutti i contrattempi, le stanchezze, le paure che si trovano lungo la strada.


E va bene.
Forza, vediamo chi la spunta alla fine. La Tina o le sue paure - non lo finirai mai e anche quando, a chi vuoi che interessi? - i suoi momenti di abbandono - uh dovrei scrivere ma anche fare questo e quello e quell'altro, caz accipuffa! - il suo procrastinare inutile - intanto guardo quel film e mi limo le unghie e mando 18 sms e controllo le news online e bla bla bla e poi scrivo; ops, è l'una di notte e oggi non ho combinato una pippa di niente, WTF!

Ecco.
Vediamo chi vince alla fine, chi festeggia con una bella birra media al pub vicino Westmnister Abbey.
Ok?

E tanto per chiarire, la Tina non ha intenzione di offrirla alle sue sfighe, la birra.

Andiamo a scrivere, vah.

martedì 27 settembre 2011

In marcia.

Domenica si è svolta la Marcia della Pace.

La Tina vi ha partecipato, ha visto sventolare innumerevoli bandiere colorate inneggianti alla pace, ha sorriso a volti accaldati e sorridenti, ha sentito voci parlare di fatica fisica e male ai polpacci ma molte di più che si confrontavano sulle motivazioni della guerra, sulla politica, cercando di dire qualcosa di diverso da "tanto è sempre il solito schifo".


La Tina aveva pensato ad un post pieno di foto e di immagini ma in fondo, forse, ne basta una.


E' una frase di Aldo Capitini.
Tanti non lo conoscono, ma è una figura bella, positiva, di nonviolenza attiva; un uomo che diceva di voler impiegare la sua modestissima vita per mettere sulla bilancia intima della storia il peso della sua persuasione.
E' stato lui ad organizzare la prima Marcia della Pace, nel 1961.



"Ognuno che è innamorato non aspetta che tutti quanti si innamorino".


Non è meravigliosa?

venerdì 23 settembre 2011

Firma qui.

Quando sentiamo che quello che ci circonda non va bene, non funziona, "puzza di bruciato" o di peggio, e ci viene data l'opportunità di cambiarlo dovremmo coglierla al volo.

Anzi, al voto.

E' stato indetto un referendum popolare per abolire l'attuale legge elettorale, comunemente definita Porcellum (il nome fa già capire quanto sia bella, no?)

Il Porcellum dice - fra altre cose - che tu cittadino puoi votare per un partito o per l'altro, sì, ma il candidato che è stato scelto non da te, ma dal partito stesso. Il che significa che invece di essere il più in gamba, il più vicino a certe tematiche di interesse comune può essere il più ammanicato, il più "generoso" - e mi fermo qui per non cadere nella volgarità.


Ora, con questo referendum si cerca di far cambiare quella legge.


Oggi città, paese o paesucolo ha organizzato i suoi bei banchetti di raccolta firme, a cui basta presentarsi con un documento d'identità.

Porta via pochi minuti, davvero, ed è una cosa importante e soprattutto alla portata di tutti.
Per una volta non si chiede di agire a qualcun'altro, ma a noi.


Presso i comuni di residenza si può firmare fino alla fine di Settembre.
Mi è stato detto che in alcuni comuni stanno "facendo difficoltà", ovvero non c'è il funzionario per firmare, non si sa dove o quando, sono finiti i moduli, referendum?... Quale referendum?



Non facciamoci fregare. Se vogliamo firmare, è nostro diritto farlo e il comune deve permetterci di svolgere i nostri diritti di cittadini!





In internet si trovano miriadi di informazioni utili a capire meglio l'argomento.
Iniziamo noi a cambiare tutto!

mercoledì 21 settembre 2011

Entusiasmi.

Si può dedicare un post al semplice sentirsi allegri, vitali, pieni di grazia, per un giorno?

La Tina oggi s'è svegliata con la ruga in mezzo alla fronte, pensando a cose pesanti come mattoni.
Eh, quella cosa lì non va, quell'altra è un casino, dove andremo a finire?


La giornata la sta aiutando a scopettare via i sentimenti cattivi, acidi, che si azzeccano alle pareti del cervello cercando di non essere abbandonati.
Ma stamattina no, carini, vi sto proorio sbriciolando via, non ho bisogno di voi e del vostro peso e di sentirmi ancorata come una nave in porto alla mia parte più pessimista.

Ah no!


Stamattina l'aria è tiepida, e qui a Contea Baggins si respira bene. Sembra che il tempo stia cercando di scusarsi per i temporali e i nuvoloni scuri dei giorni passati, ma alla Tina piacciono tanto anche quelli e non vede alcun bisogno di farsi perdonare nulla. Però accetta il sole grata, anche se timido e tiepido.

Pensa alla chiacchierata avuta ieri sera con un amico che non sentiva da... mesi? Eh sì, mesi. Alle parole scherzose, ai progetti di vita raccontati col cuore aperto e la voce bassa, che sembrano speranze troppo grandi e troppo ricche. Ma anche solo sognarle fa sentire come se si stesse costruendo qualcosa di stupendo.

Sente il calore nel parlare con qualcuno che non ha solo da passare il tempo, ma è proprio felice di parlare con te, e magari quel tempo lo sottrae ad altro - così come fai tu - ma lo fa con una gioia tale che è un piacere da vivere.


Ascolta la colonna sonora della sua giornata,


questo "para - para - paradise" che è un inno alla vita e sembra scritto per una giornata così.


Spera col cuore, la Tina, che siano tante oggi le persone che possano condividere con lei il senso di gioia, di benessere. Senza dare troppa iportanza al tempo fuori, agli impegni in agenda, alle seccature.

Happyness is a state of mind.

lunedì 19 settembre 2011

Benvenuto Autunno!

Niente più scherzi, il tempo dei giochi è finito.
Mica come quando si dice eh l'estate è finita, e poi SBAM 5 giorni di fila di 32° che devi riaccendere il condizionatore sennò la notte diventa la sagra della parolaccia.

Nonnò. Stavolta lo so davvero, è lui, è arrivato.

Benvenuto Autunno.


Arrivi atteso e voluto con un temporalone che dura ormai da 20 ore.
Una vera festa di scrosci d'acqua, vento forte che increspa le pozzanghere, gocce che pungono la pelle ancora scoperta e inzuppano tutto in pochi secondi, nuvole grigio scuro che si lanciano anatemi dal cielo.
Ieri pomeriggio c'era la gioia e la felicità di chi aspettava questa lavata abbondante sui campi, sulle piante di ulivi che ricoprono le colline. Il raccolto si fa a novembre, e una pioggia così fa sperare che sia buono e che l'olio non patisca le conseguenze dell'eccesso di caldo estivo.

Oggi il sole cerca ancora di dimostrare la sua forza e quando esce da dietro le nuvole, picchia forte. E' caldo davvero! Ma rimane per pochi minuti, e poi torna dietro a questa cortina scura e umida.

La notte è passata in un susseguirsi di lampi e tuoni, alla Tine veniva in mente di continuo Snoopy mentre scrive 


Ecco, il suo pomeriggio sarà questo, scrivere mentre fuori infuria l'iradiddio, ma tanto con una storia che ti si srotola lenta davanti come un gatto in poltrona, una tazza di tè caldo e pensieri felici in testa, che importa di cosa succede fuori?

mercoledì 14 settembre 2011

Intollerante.

La Tina è intollerante. Non inteso come prende a borsettate le vecchiette che la superano di straforo nella coda alla coop - anche se lo farebbe - nè che suona al semaforo se scatta il verde e il primo della fila non schizza come un razzo atomico - ovviamente incacchiandosi come un grifone con la coda in fiamme se lo fanno a lei.

No. La Tina è intollerante ad alcuni cibi, e gliel'ha confermato una bravissima dottoressa che per un'ora piena l'ha esaminata, le ha fatto domande, ha compilato la scheda e le ha spiegato tante cosine.


All'uscita dalla visita l'aria era satura di perplessità.
Ma andiamo con ordine.


Le intolleranze della Tina non sono cosmiche, ma comprendono alcune cose da sob sob, sniff sniff, pianto greco.

Primo fra tutti il lattosio. E quindi via latte, via formaggi molli, via jogurt, panna e amici vari.

Poi gli zuccheri in generale, per cui via lo zucchero bianco ma anche i prodotti troppo dolcificati quali marmellate e la frutta zuccherina - vedi uva e cachi, per fortuna questi ultimi non le piacciono.

Il cioccolato al latte. Un minuto di silenzio per il cioccolato al latte, prego. Occhi fissi al cielo.....
Che include anche, ovviamente, la Nutella - no, il post dell'altro giorno sulla maialata coi Pandistelle non l'ha scritto la Tina, era la sua controfigura vacca - e qualsiasi crema spalmabile, budino e simili.

Il rosso dell'uovo. Che non è una vera intolleranza, ma lo digerisce bene solo se poco cotto - al contrario del bianco che invece dev'essere molto ben cotto. Madonna che fatica, la Tina è già tutta confusa.


E qui arriva la perplessità.
Ma con che minch accidenti si fa colazione, ora?

E dire che la Tina andava di latte coi cereali o jogurt e frutta, peggio di così se more.

E quindi? Con aria angelica la dottoressa le spiega che lei deve optare per la colazione salata, non dovendo assumere zuccheri soprattutto al mattino.
Ed esclama allegra, fatti un toast!

Aspè. Non può mangiare il pane del toast per l'intolleranza allo strutto, alè - e fino a stamane, quando ha letto gli ingredienti, manco sapeva che ci fosse dentro! Non può mangiare le sottilette che guai mai il formaggio, non può mangiare carne di maiale conservata quindi prosciutto cotto no.. Che cavolo di toast si fa?

Stamane la Tina s'è mangiata pane di altamura tostato con bresaola e rucola.
Per dire. La colazione classica.

Ora, a parte il piangersi addosso che è inutile, la Tina è felice che non le abbiano tolto alcune cose essenziali della vita, tipo il tè - ma al caffè è intollerante, vabbè che non le piace ma lo beveva per tenersi sveglia - e l'olio di oliva extravergine. E il lievito, che pare poco ma se le levi la birra sclera, e senza pizza piange. Deve solo abituarsi a prenderla senza mozzarella - un piantino piccolo.


A parte gli scherzi, tenendo presente le simpatiche news, qualcuno ha suggerimenti per la colazione? Perchè davvero pane e bresaola o prosciutto crudo - che non s'è capito perchè si possa mangiare, mentre il cotto no - tutte le mattine danno un po' di ansia.


Si accettano pareri e suggerimenti, grazie mille.
Oh, al limite per una colazione da campioni si può fare la pasta, questo sì è confortante!


Aaaaaamh pappa buona! O_O

martedì 13 settembre 2011

Come Nigella.

Lei è così.



Morbida, burrosa, sorridente e ammiccante all'ennesima potenza.

Nella vita spentola, spadella e impasta la qualsiasi, confezionando piatti che hanno l'apporto calorico dell'Uruguay intero e potrebbero far schizzare alle stelle il colesterolo di una mummia.

La Tina sogna la vita della Nigella, senza un pensiero che non sia il tipo di cioccolata migliore da sciogliere a bagnomaria per fare i biscotti, sempre truccata e curata, a sorridere davanti alla cinepresa in una cucina piena di lucette di Natale anche a Luglio, intenta a dosare 200 gr di farina marrone di caucciù dell'Indonesia - semplicissima da trovare - e 125 gr di zucchero scuro di Timbuctù che al mondo ce l'hanno solo l'Aga Khan e la Nigella.

A parte ciò, uno scialo.

Poco tempo fa la saggia Sfolli aveva parlato della Nigella, ma all'epoca la Tina non la conosceva neppure. Aveva visto un libro delle sue ricette a casa di Seavessi e aveva storto un po' il naso davanti a quest'essere che con aria da castigatrice di maschi golosi sorrideva dalla copertina.


Poi la Tina l'ha scoperta, e adesso è in fissa con la Nigella, maialosa creatrice di dolci ipercalorici.
Qualiasi sua ricetta inizia con "prendete 125 grammi di burro non salato (precisazione d'obbligo in UK) a temperatura ambiente e mischiatela con..." Tutto è a base di burro, per la Nigella. TUTTO.

Ovviamente, se la Tina mangiasse le sue ricette, sarebbe un botolo di 125 kili tonda come uno scaldabagno e altrettanto ginnica.
Però, a vedere le sue videoricette su Youtube, cinque minuti di puro piacere culinario da spiare dal buco della serratura, la Tina si diverte un sacco.


Ora la Tina è entrata in quella gradevole fase chiamata ciclo. E' un momento che la donna, nel corso della vita, conta innumerevoli volte. Davvero tante. Ma stavolta, complice l'autunno incombente - qui in realtà fa un caldo che si sbotta - o i pensieri strani o le ansie da libro o sa dio cosa, la Tina s'è messa in testa di avere bisogno, proprio, di un'abbondante dose di zuccheri cacaosi.
Tantissimi.
Sono le sue ovaie che li vogliono, scusate, e lei chi è per diro di no a loro??


Così la Tina si appresta a trascrivere, Nigella-style, la sua ricettina del primo-giorno-di-ciclo.

Tono caldo e suadente, ammiccamenti vari, tette in fuori, ciak.

"Recatevi al supermercato e acquistate una confezioni da quanti grammi vi pare di Pandistelle e un barattolo di Nutella - ammiccamenti.

Tornate a casa, salite le scale sospirando, sospirate di più, bravi, aprite la porta e fatevi trasportare dal desiderio incontrollato di immergervi voluttuose nella Nutella - sospiro di godimento, grazie.

Dal frigo tirate fuori una confezione di latte - se fosse la Nigella a parlare sarebbe tripla crema di panna pannosa con vaniglia del Magadascar cotta nel caramello, ma noi ci accontenteremo del latte, via - e versatevene un abbondante bicchiere - sguardi goduriosi.

Prendete un Pandistelle, applicatevi sopra un'abbondante dose di Nutella avendo cura di spalmarla vogliosamente e lasciando il ricciolo finale verso l'alto, inzuppate con mugolii vari nel latte e mangiate.

Potete sentirvi libere di gustarlo così o nella versione sandwich, con due biscotti sovrapposti - ancora più mugolii, forza con 'sti mugolii, dai!

Ripetere quante volte si desidera, o fino a vedere il fondo del barattolo".


Nigella, la Tina ci prova. Sa che deve farne di strada, bimbo, come cantava quello della Chicco, ma intanto lei si sente abbastanza maiala ingolfandosi di calorici biscotti con la Nutella.
Burp.

domenica 11 settembre 2011

Non ho l'età

La cara Gigliola la cantava a 15 anni, credo, mannaggiallèi.

La Tina la canticchia a 33, spalmata sul letto come un'otaria sulla spiaggia.


Sì perchè quando ti illudi di poter reggere coi bei vecchi ritmi dell'università, in cui la sbronza serale è seguita da una colazione ricca di liquidi il mattino dopo ma senza ulteriori drammi, la vita ti ride in faccia e ti ricorda che sì, cara, il tempo è passato e tu nun ci'a poi fà!

La Tina sabato sera ha cenato con un amico. Hanno iniziato con un late aperitif, bagnato di Prosecco. Hanno proseguito con riso venere e gamberi, bagnati abbondantemente e con gioia di Barbera.

Abbondantemente.

Una serata immersa nella musica, nelle chiacchiere serie e scherzose, in quell'atmosfera un po' rarefatta e luccichina delle serate alcoliche.


Intorno alle 2 ha pensato confusamente




















Domenica la Tina s'è sentita come lui, quello steso sotto a tutti:




Un litro di succo bevuto a sorso, praticamente. Acqua come durante il diluvio. E poi quegli effetti collaterali gradevoli tipo frequenti passeggiate in bagno armata di bei libri, tapparelle abbassate che tutta 'sta luce ci ferisce gli occhi e lo spirito... Che poi proprio oggi qui il clima abbia deciso di sfoggiare un rigurgito d'estate notevole, con caldo boia e senso di soffocamento inumano, è solo una piacevolezza in più gentilmente offerta dall'ironia insita nelle cose.

Ah che gioia, ah che bello avere conferma che non le reggi più certe cose.
E sì che 'na volta era 'na tigre...

Il libro oggi è stato candidamente accantonato. Allegra l'ha guardata, ha scosso la testa un attimo e le ha consigliato di riposare il cervello, o almeno di farlo asciugare un po'. Cara lei.


E siccome il lunedì non ci si vuole far mancare nulla, l'aspettano, oltre all'impegno mattutino di 4 ore, la visita dal carrozziere nel pomeriggio e la sera una pizza con un amico.
Una salame piccante e una coca, grazie.

venerdì 9 settembre 2011

Il lavoro degli altri

E' un lavoro duro quello degli altri.
Quando gli altri sono le persone che ti conoscono, ti stanno a sentire quando racconti di te, di ciò che fai, vuoi, vivi, pensi, credi.

E' un lavoro duro quando si parla non di realtà, ma di sogni e aspirazioni.
Quando tu racconti di questi e chi ti ascolta desidera condividerli con te, il suo -duro- lavoro dipende dalla sua indole.

Può spingerti a osare, a sfidarti, a credere in te stesso fino allo spasimo.
Perchè quel qualcosa che si può realizzare è il tuo sogno. Ciò su cui stai investendo fior di energie e tempo e fatica e pipp rimuginazioni mentali e sogni di gloria.

Oppure può cercare di parare in anticipo il colpo che inevitabilmente arriverà.
Perchè non può non arrivare, perchè quello che tu desideri succede nei film, o nelle favole, o nei libri che ti divori. Ma non nella realtà. E se succede per davvero è a qualcun altro, e allora chi ti ama prova a ridimensionare i tuoi sogni, prova a farti intendere che "se non sarà quello sarà qualcos'altro e andrà bene comunque" e tu hai un bel dire che non sarebbe lo stesso, no. Che se ogni professione ha la sua dignità e ragione d'essere è comunque diverso realizzare un sogno dal fare un lavoro che ti fa avere uno stipendio ogni mese.
E se stai cercando di realizzare il primo, preghi di non sentir dire che se quello non va avrai comunque modo di trovare innumerevoli altre cose da fare. Certo. Ma non saranno realizzare un sogno, no?

E' un lavoro duro quello degli altri.
Specie quando a farlo sono quelli che ti amano, che conoscono i tuoi entusiasmi dalla fiamma facile che può bruciare per anni, focolai di passione che oltre a scaldare consumano, consumano un sacco.
E allora forse conviene non farli divampare.


Salire sulle montagne è faticoso e difficile, e se cadi da lì ti ammazzi.
E' meglio stare in piano per qualcuno, non si fa fatica e il rischio maggiore è ruzzolare senza farsi un livido.
Ma il piano non emoziona, non fa spaziare la vista. Non offre nuove prospettive, non ti fa realizzare i sogni, il piano.


E allora? Che si fa, a chi si da retta? Credere a se stessi è come giocare al lotto, la certezza di farcela di un giorno si frantuma con quella di fallire del giorno dopo.


Sarà anche un duro lavoro quello degli altri, ma a volte farebbero meno male a non farlo.

giovedì 8 settembre 2011

Impressioni di Settembre

Svegliarsi la mattina presto e sentire che l'aria ha rinfrescato la pelle, e tirarsi il lenzuolo addosso è proprio un piacere, su fino alle orecchie....

Poter uscire di casa senza svenire appena chiuso il portone perchè sembra di essere entrati in un forno acceso...




Vedere i campi di girasoli ormai esausti, che sembrano chiedere acqua e riposo dopo il lungo tour de force estivo...







Osservare il cielo sopra Assisi, coperto da nuvole leggere che le danno una luminosità irreale, da favola..


Sentire i profumi nell'aria, abbassare il finestrino dell'auto non solo per sentire meno caldo ma per godersi il piacere degli ordori nuovi...



Passeggiare per la campagna, con i colori che solo l'Autunno può avere, sentendosi assolutamente liberi e leggerissimi - ok, la caccia è ricominciata da 2 giorni e rovina un po' l'atmosfera, diciamocelo...









Osservare gli uliveti, con le piante dalle foglie argentate e cariche di piccoli frutti verdi e brillanti, ancora acerbi.

Nuovi desideri, propositi diversi, tante idee che nascono da una stagione amata, voluta, attesa.
La Tina adora Settembre.

lunedì 5 settembre 2011

Imbecillità a livelli di guardia.

La Tina ha la sua stazione radio del cuore.
Trasmette solo musica, e ogni ora 3-minuti-3 di notizie.

Non ha speaker, disc jockey famosi che si sentono in dovere di farti ridere, ospiti VIP che devono disquisire di tutto.

Musica, musica e musica.

Facendo zapping radiofonico capita di sentire il simpa di turno che chiacchiera, e quello beccato prima le ha lasciato un'espressione di incredulità-misto-sconforto.


La voce garrula e modulata affermava che "amici, c'è una nuova applicazione per smartphone utilissima a tutti coloro che hanno salutato gli amici prima di partire per le vacanze ma non possono permettersi di andare da nessuna parte. Se vi chiudete in casa con le persiane chiuse ma venite chiamati al cellulare, l'applicazione al terzo squillo fa partire la segreteria telefonica in lingua straniera, così la frottola raccontata è più credibile".



Ma dai. MA DAI!!!!

Il messaggio subliminale già di per sè è raccapricciante.
Se non ti puoi permettere di partire per le vacanze sei un poveraccio, e DEVI vergognarti.
Non c'è scampo, è obbligatorio.
E non pensare di barare! Per vacanza si intende minimo una settimana alle Barbados, dove sperare di incontrare Rihanna che coglioneggia in spiaggia, o Santropè dove il lettino e l'ombrellone costano solo 50 € al giorno. Cocktail esclusi, o-vvia-me-nte!

Non valgono permanenze inferiori alla settimana, non valgono visite a parenti e amici, non valgono weekend fuori. Siamo combattuti sulla validità della casa di proprietà, ma solo se è in località fashion e ricercata, ovviamente con vista e barbeque esterno in muratura.
Non puoi permetterti tutto questo? Vergognati! Te lo dice anche l'inventore di una merdosissima applicazione per smartphone.

E non solo devi vergognarti, ma punisciti! Fallo chiudendoti in casa, a serrande abbassate privandoti anche della luce (gratuita..) del sole, delle passeggiate serali che tanto bene fanno a tutti, di un gelato in cialda croccante con 4 gusti diversi che certe notti è la gioia del palato.
Punisciti per non essere al passo con questa società che esige la vacanza estiva, forza.

Ci sono considerazioni pratiche che una mente come la Tina non può che porsi:
. come la metti con l'abbronzatura? O dici che se stato in Islanda e sole nisba, ma uh quanti geyser!, oppure dici che al primo giorno ti sei beccato la dissenteria e hai passato le vacanze in camera da letto con l'aria condizionata accesa a vedere sky in ceceno;
. le foto? si possono comprare finti reportage di vacanza, magari con qualche fotomontaggio per collocarti sulla scena?
. come ti arrangi per la spesa? Se mandi qualcuno rischi di bruciarti il segreto! O forse il giorno prima della finta-partenza fai le scorte da attacco missilistico riempiendo la dispensa;
. la tovaglia la scrolli di notte in balcone quando tutti dormono oppure riempi di briciole il pavimento della cucina sperando di non essere assalito dalle formiche?


A parte le considerazioni sceme, ce ne sono un paio d'altre ben più serie (e più tristi) che questo infausto messaggio pubblicitario ha fatto nascere:

. perchè mi dovrei sentire in colpa se non posso permettermi le vacanze? Per quale stupidissimo motivo, visto che magari nella vita di tutti i giorni lavoro, pago le tasse, faccio la spesa, ho le bollette che crescono e riesco a gestire tutto questo, ma la spiaggia di Santropè proprio non ci scappa?

. in che schifosa società viviamo per sentirci osservati, scrutati e condannati dai cosiddetti "amici" - presumendo che agli estranei non gliene freghi un emerito nulla se noi andiamo o no in ferie - al punto da dover fingere di fare qualcosa per sentirci uguali a tutti gli altri?

La Tina non parla neppure per se stessa, dato che da brava disoccupata - leggi: scrittrice con ancora nulla di pubblicato - non se l'è fatte proprio, le vacanze. E onestamente non è che stia sveglia la notte a piangerci su.

La Tina pensa che qualsiasi cosa uno possa permettersi di fare con serenità andrebbe fatta e goduta, possibilmente.
Ma rincorrere quello che non si può avere, oltretutto barando per fingere di avrlo ottenuto, sia di una tristezza imbarazzante.

venerdì 2 settembre 2011

6 mesi. crescono così in fretta...



Era una notte buia e tempestosa.

Se fossi Snoopy il mio racconto inizierebbe così.


In realtà non era notte, anzi sì il primo post è stato notturno, scritto con attenzione, ponderato, letto e riletto. Curato come un neonato che esce per la prima volta di casa.

Sembra una vita fa, millemila cose sono cambiate nel frattempo.

6 mesi, mamma come si crecse in fretta!!
Quante cose scritte, lette, commentate. Quanti punti di vista diversi, nuovi, interessanti. Quanti stimoli!

A tutti, per tutto.

giovedì 1 settembre 2011

Balle in giostra.

No, la Tina non si riferisce a questo.


E' una cosa un po' diversa.
Ne ha le scatole piene di millemila cose, anzi diciamo che è partita da una roba a caso e poi ne ha trovate altre cento che la mandano in bestia.

Non sopporta più di avere ache fare con persone che non hanno alcuna voglia di crescere perchè è più facile e divertente essere bambini che adulti, quindi non si assumono responsabilità, non si accollano i problemi nè loro nè tanto meno degli altri - vurìa mai! - ma sono bravissimo ad aspettarsi tutto pronto e fatto, senza dover muovere un dito.

E' stufa di chi a persone così regge il gioco, trovando scuse tipo è ancora piccolo, o lasciamogli il tempo di crescere, o deve imprare da solo. E intanto si fanno prendere in giro, e sanno di essere prese in giro, e ci soffrono pure. A scarpate, altro che storie.

E già che c'è con le balle in giostra le vengono in mente altri motivi di sclero che spuntano un po' come i funghi quando piove, che tu passi per strada e li vedi tutti lì vicini con le loro capoccette scure e pensi: ma mica c'erano ieri, perdiana!
Ecco. Ma oggi sì.

La Tina è stufa di sè e del proprio procrastinare, del suo buttare il tempo, del suo lamentarsi perchè procrastina e butta il tempo.

E' stufa di sentirsi dire "eh carina questo carattere un po' spigoloso - leggi: di cacca - che ti ritrovi devi imparare a contenerlo, a moderarlo". Cacchio. Non che sia sbagliato, ma alla Tina secca da pazzi sentirselo dire.

E' pure arcistufa di chi sbologna grane proprie agli altri, di chi non sa gestire le sue beghe e gli scleri e pensa bene di elargirne a piene mani, tanto agli altri mica dà noia, ma figuriamoci.

Le sta pure sulle scatole il fatto che voleva tanto organizzare una cosa bellina e invece non lo può più fare perchè qualche genietto ci si è messo di mezzo sfasciandole non solo le uova, ma pure il paniere. Ecco, e allora 'sta cacchio di frittata fattela da solo.


Potrebbe continuare l'elenco aggiungendo voci prese a caso dal pozzo della sua insoddisfazione, dagli scaffali delle sue paturnie, dai nascondigli delle sue debolezze.
Ma crede di aver dato un'idea dell'umore, e comunque lamentarsene non farà cambiare di molto le cose.

Eppure, dà soddisfazione ogni tanto battere un po' i piedi e urlare contro il soffitto.
AAARGH!

mercoledì 31 agosto 2011

Un po' di luce.

A volte le persone possono fare delle sorprese inaspettate che ti lasciano proprio senza parole.

Per dire. Ieri il papà della Tina se ne esce con "ho mandato alla Tizia l'indirizzo di un blog (oh cielo, sappiamo anche cos'è un blog?) che scrive una donna alle prese con un cancro in metastasi".

Aleeeeeeè!

La Tizia è una ex collega paterna che sta affrontando, oltre ad un tumore di quelli che ti fanno impressione solo col nome, l'abbandono del marito che "non se l'è sentita di affrontare tutto questo".
Nessuna polemica o giudizio, davvero. La Tina non può sapere cosa voglia dire scegliere di stare accanto ad una persona che sa in partenza non guarirà mai da certe cose.

Però la Tizia s'è trovata a combattere... Beh, mica una battaglia semplice. Diciamo una guerra termonucleare con lancio di bombe a grappolo, e probabilmente allo stupore doloroso della malattia e delle cure conseguenti si somma quello di vedere lui andare via, e di sentirsi sola. Ma sola come non esiste al mondo, sola da nessuno può capire quello che sto affrontando.

Il papà della Tina, che è suo amico e vorrebbe fare qualcosa ma è difficile sapere cosa, le ha detto di leggere questo blog, sperando di provocare una reazione in lei. Non potrò guarire, ma posso affrontare questa cosa. Posso parlarne, posso condividerla, posso chiedere aiuto quando sto male e la sola tentazione è chiudermi in una stanza da sola e aspettare di crepare.

NO.
Puoi aprirti. Perchè forse farlo non servirà ad allungarti la vita ma può dare coraggio a chi sta affrontando il tuo stesso inferno. E in certi momenti, il solo contatto - anche virtuale - con chi davvero capisce quello che affronti può essere quello che ti salva, che ti fa sorridere, che da un po' di senso al tutto.


Nel nostro piccolo, ognuno di noi affronta le sue beghe. Chi le scansa con grazia, chi ci si fa travolgere stile tzunami, chi ci affoga un centimetro alla volta.
Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi degli altri, grandi o piccoli che siano.
Però da un piccolo sforzo nostro può venire fuori un risultato insperato per qualcun'altro, e quindi per noi stessi.

Come dice il saggio, se accendi una lanterna per illuminare il cammino del tuo vicino, anche il tuo ne sarà rischiarato.



Apriamoci, anche quando ci sembra di non avere nulla di buono da dare.
Non sappiamo quello che gli occhi degli altri potranno vedere in noi.

venerdì 26 agosto 2011

Caro amico ti scrivo

...Così mi distraggo un po'.

No, non è nostalgia da Lucio Dalla e il suo L'anno che verrà, è che la Tina sta facendo la lista mentale delle cose che vuole dire al suo amicodelcuore che finalmente, dopo mesi di attese e di rimandi e di false speranze, si fa rivedere nella contea Baggins.

Forse sarebbe stato davvero meglio scrivergli una lettera, perchè già sa che in questi pochi giorni si perderà parte delle cose che gli vorrebbe raccontare. Che magari sono successe un po' di tempo fa e sono momentaneamente nascoste dietro altre più recenti, o più importanti.


Però...
La Tina è una grafomane. Da ragazzina era un'accanita scrivana di lettere, rigorosamente a mano, ovvio. Lunghe lettere su carta bianca, colorata, a quadretti, con gli orsotti sopra. Qualunque cosa pur di poterla riempire di righe sghembe e pezzi di vita, da quella importante ai fatterelli quotidiani che se non fossero scritti proprio a quella persona sarebbero solo delle sciocchezze.


Se la ricorda ancora la lunga relazione con un amico speciale, lui 17enne e lei 18enne, ai lati opposti del paese ma vicinissimi di testa e di cuore. Una storia fatta di lettere, lunghe, frequenti, attese con sbirciate furtive alla cassetta della posta ogni mattina.
Le telefonate erano rare, si era ancora in casa coi genitori che cronometravano le chiamate ringhiando, in attesa di una bolletta sempre troppo cara.


Ma scrivere, che piacere! Che voluttà, prendere la lettera e soppesarne il numero di fogli prima ancora di aprire la busta, strapparla con cura, tirare fuori il malloppo agognato e immergercisi dentro staccando la spina da tutto e da tutti.
Non esisteva altro, con quelle lettere in mano.
La Tina si sistemava anche i capelli prima di leggerle, ché era un po' come trovarsi davanti a lui e voleva essere bella.



Anche una mail è bella, sì. Ma ha un altro sapore. E' immediata, funzionale. Ma non c'è la grafia che conosci, che rende la lettera diversa da qualunque altro foglio tu possa stringere fra le dita.
Non ha peso da sentire in mano, e anche se la stampi sembra così anonima....

La Tina si è evoluta, passando dal manuale al digitale. Il suo libro è tutto nel pc, tranne per il moleskine color oro pieno della sua scrittura delirante.
Ma vuole ricominciare a scrivere lettere, a prendere fogli di carta e lisciarli con la mano, a sentire il peso della penna fra le dita mentre si affatica il braccio a forza di racconti.

giovedì 25 agosto 2011

Incubi e protettori

Nottataccia, questa della Tina.

Il suo simpatico cervello si è sbizzarrito in sogni orridi, di cui ha ancora pochi ricordi - a differenza di molta gente che ricorda i sogni appena sveglia e poi li dimentica, la Tina se li ricorda lentamente nel corso della giornata e verso la fine le rispunta in mente tutta la storia.

Ma anche se non li ricorda sa che s'è svegliata che era ancora notte buia, e lo sa per certo perchè dorme con la tapparella alzata per via del caldo. Si è un po' calmata e ha cercato di riaddormentarsi... riuscendoci, ma con qualche residuo di ansia che la faceva svegliare di quando in quando.
Insomma, c'ha un sonno che casca.

Siccome è soggetta ad inbubi e deliri notturni con storie complicate, ricche di particolari e di odori suoni e colori, nel corso del tempo ha cercato di trovare un modo per non farsi fregare preziose ore di sonno dai brutti sogni.


Stamattina presto ha avuto un'epifania.
Ebbene sì, la Tina chiama a raccolta i piccoli quardiani del sonno per accompagnarla silenziosamente lungo la notte, nei sogni belli e in quelli meno, scacciando le cose paurose e camminandole accanto mentre si avventura in giro.
Sono loro.


Lo so, sono supertenerosi.
La Tina li ha scoperti guardando Mononoke, un anime giapponese superbello.
Loro sono spiriti protettivi della foresta. Si muovono in silenzio su alberi e radici, appaiono per accompagnare un po' chi vi si avventura. Possono sembrare un po' sinistri con quel loro colore bianco gesso e gli occhi bui e le piccole bocche rotonde, ma in realtà sono creautrine belline.

La Tina ha deciso che li chiamerà a raccolta prima di addormentarsi, più ne vengono e meglio è, per far sì che le sue notti diventino passeggiate rilassanti nei prati della fantasia e non scorribande da urlo nelle paludi degli incubi.

Spiritelli, ci sarà da divertirci!
...Chissà se verranno anche per il pisolino di metà mattina....

mercoledì 24 agosto 2011

La serata chic

Iera sera la Tina si è concessa una serata proprio bella.

E' stata organizzata da un amico di vecchia data, che forse ha realizzato il suo desiderio di sentirsi... coccolata.

Per sua fortuna, la Tina era uscita in vestitino corto e tacco alto, un connubio che ben si sposa con le gambe lisce e abbronzate dell'estate.
Lui si è fatto trovare ad attenderla vicino alla macchina con una rosa rossa in mano, romanticamente avvolta nel tessuto, e un complimento a quanto fosse bella.

- se qualcuno se lo stesse chiedendo, no, non è così che si salutano in genere. Sono un po' più spicci, ecco. Ma quella di ieri era la serata chic.


Dopo un viaggio in macchina a chiacchierare ed ascoltare musica, lui l'ha portata qui.


Hanno preso posto al tavolino sotto l'albero, con una luce morbida a bagnare il tutto.
Alla Tina piacciono queste atmosfere un po' fuori dal tempo. La piccola abat jour sul tavolino, il suono del pianoforte o dell'arpa in sottofondo, gli alberi alti che si perdono le cime nel buio, i vialetti illuminati che si srotolano pigri verso non si sa dove.

Un cameriere gentilissimo e sorridente ha iniziato a portare acqua, vino - un ottimo bianco campano, fresco al punto giusto - e la sospirata cena.
Un tortino di patate e funghi con crema di formaggi dolci, delizioso, da mangiare a forchettate piccole mentre si chiacchiera e si ride di cose sciocche, o serie.
Un risotto carnaroli con melone e porto bianco, di cui godere ogni forchettata mentre si assapora il profumo e il sapore, si parla piano e si pensa: sto proprio bene.


La Tina ha una passione per i pasti lenti, goduti. Specie se sono così buoni.

Per concludere la cena, la Tina si è gustata anche un tortino di cioccolato fondente con gelato al cocco, che apriti cielo, oltre ad essere buonissimo, è stato anche accompagnato da un passito sconosciuto ma profumatissimo e fresco.
A fine serata, alzando gli occhi e interrompendo le chiacchiere, hanno realizzato che erano rimasti nell'intero ristorante solo loro due, e hanno graziosamente lasciato il tavolo ringraziando per la bella serata.

Per continuare a godersela, sono andati a fare una passeggiata sul lungo lago, certo non aiutati dai tacchi alti della Tina che però... chi bella vuole apparire eccetera eccetera. E non è che lei ne soffrisse, per fortuna, solo non aiutavano a mantenere un equilibrio eccelso.
Hanno continuato a parlare, di cose serie e di sciocchezze. Hanno guardato le stelle. La Tina s'è sentita dire quanto fosse bella.

A fine serata, con la patina simil-romantica un po' piegata dal fatto che lei viaggiasse coi piedi sandalati fuori dal finestrino e cantasse ridendo pezzi truzzi, sono tornati a casa dove lei ha salutato il suo amico con una bella riverenza, stringendo la sua rosa rossa come una navigata reginetta da concorso di bellezza.
L'ha ringraziato per la serata bellissima ed è tornata a casa, un po' ondeggiante, sorridendo.
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