Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

giovedì 28 marzo 2013

Non è un post.

Forse è rabbia. O è una specie di richiesta di... aiuto, non mi piace chiedere aiuto.
E' una richiesta di orecchio? Forse.
E' qualcosa che esce da dita nervose che battono tastiere un po' seccate da tanta insolenza, che a sentirle dall'altra stanza potrebbero parere piccoli schiocchi di frusta.

La noncuranza fa male. Questo è il centro.
La noncuranza mia, verso le cose belle e buone che ho e verso il mio poter essere felice. Verso le mie fortune che faccio passare in cavalleria, così, come fossero ovvie, scontate. E queste fortune, che vorrebbero essere apprezzate e accolte a sorrisi e battiti di mani si adombrano un po', e s'allontanano.

La noncuranza altrui, dove l'altro è uno, uno solo ora, dove l'altro è chi professa bene ma senzasbilanciarsi, dove ci si cerca ma non per donarsi fino in fondo, (per cosa allora, occupare il tempo? Non stare soli? E' paura? Come la trova la sua strada l'amore in mezzo alla paura?...), dove non si ha tempo per leggere un libro. Quel libro.

La noncuranza altrui è quella che fa venire il mal di pancia devastante, che per un giorno intero non mangi niente. E il tuo cervello elabora, pensa, partorisce, confeziona, scarta e ricrea idee e pensieri che a sera sono un gomitolo sformato di malessere.

Io sono una persona fortunata.
Perchè in mezzo a questa noncuranza, mia e altrui, una persona amica mi dice una cosa che mi fa riflettere, mi fa pensare a cosa posso fare, ed essere: non investire le tue energie in cose che non dipendono da te. Fallo per le cose che TU puoi cambiare.

E io mi tengo il mio mal di pancia, e le rabbie e quelle punte di delusione che trafiggono come coltelli, getto via un po' di noncuranza e ricomincio da ME.


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