L'umore di questi giorni apparirà molto più triste di quanto non sia in realtà. Sono solo riflessiva, e la morte non è poi l'argomento più triste che conosca.
Oggi è il 2 Agosto. 31 anni fa, nel 1980, alle 10.25 di mattina scoppia una bomba in stazione a Bologna che crea l'Apocalisse, come la chiamarono i giornali: 80 morti, 200 feriti. Uno squarcio nel muro della sala d'attesa che ancora adesso si vede, e che ogni volta mi dà i brividi. E l'orologio fuori dalla stazione, perennemente fermo a quell'ora, che tanto chi se ne frega di che ora è adesso se lì la vita s'è fermata.
Ho letto tante cose sull'argomento. Per un periodo, insieme alla strage di Ustica - anche lì bell'argomento... - , sono state cose su cui avevo bisogno di indagare, di capire.
Non tanto le dinamiche, quelle sono facilmente comprensibili.
Non solo le conseguenze, anche per quelle basta poco.
Ma non riuscivo a immaginare come si potesse negare con tanta ostinazione la verità, la realtà dei fatti.
Ho letto tanto. Articoli, libri. Saggi storici, commemorazioni. E m'è sempre rimasto un senso di irrealtà, come cavolo hanno fatto a sopravvivere i familiari? Quando passati i primi anni è stato chiaro che non si sarebbe mai arrivati ad una chiarezza definitiva?
Mi ha commosso leggere che gli alberghi della città avevano messo a disposizione le proprie strutture per i parenti delle vittime. Camere, pasti, un punto di appoggio mentre si procedeva al riconoscimento dei corpi, degli oggetti personali. Può sembrare scontato, ma in tanti altri luoghi questo non era stato fatto, e certamente fra le famiglie sconvolte ce ne dovevano essere alcune che in centro a Bologna una camera d'albergo non se la potevano permettere.
Come sempre in me si mette in modo la fantasia. Io immagino l'ansia di sapere che c'è stata un esplosione nella stazione da cui doveva partire.... Tuo padre, o tua madre. Il fidanzato. Tuo figlio. In un epoca senza cellulari, in cui non hai modo di sapere se è successo dopo che è già partito o prima ancora che arrivasse lì. Dove le notizie sono poche, frammentate, e urlate dal capotreno della stazione in cui aspetti, non sai se invano, il ritorno dei tuoi cari.
Cosa fai? Impazzisci. E dopo? Parti con la macchina? Ti siedi per terra e piangi? Urli, urli più forte degli altri? Quanto ci voleva 30 anni fa per riconoscere i cadaveri dilaniati da una bomba?
Perdere così una persona cara, senza aver avuto il tempo di capire nulla, dev'essere allucinante e schifoso. Dover istituire associazioni di parenti delle vittime per cercare di avere un po' di onestà dallo stato che deve coprire chi sa chi, fa quasi più schifo ancora.
Un pensiero, accompagnamoli anche solo un pensiero oggi.
11 commenti:
condivido ogni tua parola.
condivido ogni tua parola.
grazie, mammadifretta. a volte penso che le commemorazioni siano un modo di scaricarsi la coscienza, sai, un giorno all'anno facciamo finta che siano importanti... ma cacchio, per chi ha vissuto certi drammi deve essere importantissimo ricordare.
Quoto al 100% il tuo ultimo passaggio: il vero scandalo è che le famiglie debbano unirsi in un'associazione per rivendicare il loro diritto di conoscere le oscure forze che hanno portato a quel massacro. Non ci riusciranno, ovviamente. Troppo potenti, quelle forze. Sono stata a Bologna da poco, e anche a me quell'orologio ha messo i brividi.
kalì, pensa che la prima volta che sono andata lì ho detto ad alta voce "ma non funziona!" e qualcuno m'ha dato una sberla in testa ^__^
a me queste forze così potenti fanno abbastanza schifo, devo dire. e fa paura pensare che un giorno chiunque di noi potrebbe trovarsi nei panni di quei familiari e dover imparare a convivere con l'impotenza e la rabbia sorda.
Io a quell'orologio ci abito vicino. Quando facevo la pendolare per lavoro ogni mattina e ogni sera lo vedevo. Ma non ci si abitua mai, neanche allo squarcio nel muro.
owl, forse è bene che non ci si abitui mai a certe cose, sennò inizierebbero a scorrerci addosso e non fare + nessun effetto. e invece devono continuare a suscitare qualcosa.....
tempo fà in occasione di questo anniversario ho visto un cortometraggio........è stato così toccante che non riesco a dimenticarlo!
grazie per la riflessione.
madamadorè, grazie a te. ci sono infiniti spunti per pensare a quante cose siano successe.... a noi sta solo usalri! :)
Anche se arrivo in ritardo non posso fare a meno di apprezzare queste tue riflessioni. Non è vero che le commemorazioni siano sempre e solo un modo per "scaricarsi la coscienza" . magari sono anche un'occasione per recuperare certi fili sospesi della nostra storia e dire a tutti che il tempo che passa non può bastare a farci dimenticare l'orrore. Che un massacro rimane un massacro anche se sono passati trent'anni, che un essere umano era essere umano anche trenta, cinquanta, o cento anni fa. Che condanniamo le stragi di oggi come quelle di ieri, e che la storia non dimenticherà le vittime. Anche io ho sempre un po' paura di parlare dei grandi eventi del passato per paura di cadere nella facile retorica. ma non dovremmo mai aver paura di dire ciò che pensiamo e che proviamo.
suster, benvenuta anche in ritardo ^__^ la retorica è sempre un pericolo che si corre, anche perchp non ci sono poi così tanti modi per definire certe tragedie... ma è vero che ricordare è importante, è findamentale. per non rischiare di sminuire quello che è accaduto o di renderlo una specie di mito, che non ci appartiene. invece, ancora oggi, è qui con noi... purtroppo.
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