Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

mercoledì 6 luglio 2011

Appunti

Appunti mattutini sulla stesura del libro.


Io e uno dei personaggi del mio libro stiamo consultando un amico.
Dovete sapere che ci sono storie tutt'altro che facili da creare, ci sono punti in cui 2 righe scritte sulle pagine hanno dietro un sacco di pensieri e di elucubrazioni.

Prendete le parole "una vita scontenta, di ripicche e di frustrazioni".
Le ho lette in un libro pochi giorni fa.

Chi l'ha scritta dietro quelle poche parole ha messo un sacco di situazioni. Fatti piccoli e grandi che portano a dire che la vita vissuta da quella persona è stata scontenta. Poco soddisfacente, senza grandi gioie da ricordare.

Uscire a cena con un uomo che non paga il conto anche se ti ha invitato.

Non ricevere fiori dalla persona che stai frequentando, anche se è il tuo compleanno e tu pensavi di poterti aspettare un pensiero.

Il collega vicino di scrivania che si vendica di una pensata intelligente di cui s'è accennato al capo per scippare l'idea e prendersene il merito.

La vicina di casa che si ostina a far cadere briciole e spazzatura dal piano superiore sul balcone sporcando i panni stesi.




Per dire, dietro ad un'affermazione chi la scrive deve immaginare, anche se poi non le descriverà, le situazioni che portano ad affermare che sì, quella persona ha effettivamente avuto una vita scontenta, di ripicche e frustrazioni.

E pare semplice. Davvero. Pare.
Si attinge alla propria vita personale. Chi non l'ha avuto il collega stron un po' troppo rapido nel prendersi il merito di ogni idea intelligente partorita in ufficio?
Chi non ha avuto, specie cambiando casa con la frequenza di uno sfollato, l'esperienza di incontrare vicini di casa pessimi, che ascoltano la radio a palla alle 2 di notte o sporcano il palazzo lasciando il sacchetto dell'immondizia per un giorno e mezzo sul pianerottolo fuori dalla porta di casa propria?
Chi, santo cielo, chi non è uscito almeno una volta con un uomo o una donna davvero deludente?

Ecco.
Ovviamente poi, a meno che non si voglia scrivere la propria biografia, si evita di riportare cose troppo legate a se stessi, anche per evitare che chi lo legge e conosce l'autore possa dire "uh sì mi ricordo di quando usciva con quel tipo, un pirla veramente, aveva i capelli fatti a banana come elvis" che non sta mai bene.


Ma quando si deve scrivere di esperienze che non fanno parte del proprio bagaglio?
Un lancio in parapendio. La rincorsa con l'adrenalina che pompa nelle vene, il salto nel vuoto, l'aria che ti solleva caparbia e ti governa e il senso di euforia ubriaca che si impossessa di te?
Se non l'hai mai provato - proprio come chi lo sta descrivendo... - ti senti un po' perso fra le diverse sensazioni che possono nascere.
Che si fa allora?
Si chiede a chi ha provato certe cose, a chi le conosce, a chi può dire "io l'ho vissuta così" e si fa tesoro di cosa racconta.


Una volta che è un po' più chiaro quello che si vuole raccontare e come si vuole farlo, ci si rimette a scrivere. Ringraziando di cuore chi ha aiutato.



E comunque ha ragione Snoopy.

10 commenti:

Mirella ha detto...

D. ti sta facendo penare?

sfollicolatamente ha detto...

Vero, Snoopy ha Sempre ragione :-)

Owl ha detto...

Ti prego scrivi ancora post così, mi piacciono tantissimo!

Comunque Snoopy e Sfolli hanno ragione :-)

Nina Cerca ha detto...

La cosa che mi ha sempre affascinato del processo di scrittura, dell'inventar storie e personaggi, è la possibilità di vivere emozioni e situaioni in prima persona. Vivere un'altra vita attraverso le persone di cui racconti, mentre le crei e le fai muovere attraverso quello spazio parallelo. Ti ci immedesimi, a tratti sei loro, pensi come pensano loro, agisci sulla base del loro sentire.
Per questo è dura, è un po' come per l'empatia: presuppone che tu sia in grado di uscire da te, dai tuoi schemi mentali, dal tuo vissuto, per andare incontro all'altro e sperimentare quello che sente lui o lei.

LadeaKalì ha detto...

Post meraviglioso. Profondo. Interessantissimo. Utile.
Ed è vero, scrivere è un lavoro duro. Detto da un'aspirante umile pseudo-scrittrice. E' per questo che il mio libro è ancora lì, frammentato in un centinaio di bozze....
Sei bravissima

Semplicemente Mamma ha detto...

maddai, vedrai che poi ti verrà tutto di getto!!!!! sei brava a scrivere e lo si vede dai tuoi post, certo però che tra scrivere post ed inventare storie ce ne passa, però la classe c'è!!!!!!

la tina ha detto...

seavessi, è p. che mi tira scema. ma ne usciremo vivi, in qualche modo ;)

sfolly, fortuna che c'è lui con la sua saggezza!!

owl, ho pensato che potrei "usare" il blog molto di + per parlare di come sta andando la stesura del libro. ecco, quindi ne vedrai ancora, sissì!!! e grazie per quello che mi dici.

nina, la scrittura per me è nata in un momento in cui la mia vita era quanto di + freddo, vuoto e senza peso io potessi immaginare. e mi sono creata un mondo in cui potessi sentire i personaggi vivere, crescere, ridere e prendersi per il culo, una realtà parallela a quella reale in cui a volte però vivo molto + che nella mia. e mi piace pure!!!!

kalì, grazie mille. ho sempre un po' paura di scantonare, di perdere di vista l'obiettivo finale. che però, secondo me, posso raggiungere solo insieme ai miei personaggi. quindi devo solo continuare.....

SM, il blog è nato qualche mese fa proprio per mettere alla prova la mia scrittura. lo vedevo inizialmente come un modo per capire se il mio modo di esprimermi fosse chiaro, potesse piacere, ecco. ora è soprattutto un piacere, non avrei immaginato un risultato simile :)

Anonimo ha detto...

confermo: brachetto rules.

ElizabethB ha detto...

Tina questo post è così bello e così vero che mi fa venire voglia di scrivere un libro, pure a me! Va' che sei proprio una forza :-)

la tina ha detto...

oh liz, grazissime!!!!! ^___^

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