Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

martedì 18 settembre 2012

My favourite mistake.

Ammettere difetti ed errori non è piacevole.
Specie quando, nella migliore tradizione dei corsi e ricorsi storici, ti accorgi di esserci già cascata innumerevoli volte e di non aver ancora trovato una via d'uscita.


Pochi giorni fa parlavo della mia intenzione di rivoluzionare tutto, di rimettermi in gioco. Di andare via da dove sono ora per ricominciare da un'altra parte.
L'altra parte in questione è una città molto bella, in cui io avevo già puntato un posto dove stare.
Mi dicevo: dovendo avere un posto dove vivere e un lavoro, almeno uno dei due devo averlo quando parto da qui. Quindi andrò su in quella casa, e mi cercherò il lavoro.
Non posso dover cercare entrambi in contemporanea.
Il piano mi pareva perfetto, e non vedevo grandi pecche.

Certo trovare lavoro ora è tutt'altro che facile. Certo sono in quella fascia d'età in cui il 35% dei miei coetanei è disoccupato. Certo ci sarà da stare attenti alle spese e tenere d'occhio i conti, prima di aver trovato un posto e di prendere uno stipendio.
Ma ce la si può fare.


Ieri sera, dopo un'attesa di due settimane abbondanti, mi è stato detto che purtroppo quella casa non è disponibile. Nonostante sia vuota ci sono delle condizioni economiche e personali che fanno sì che non si possa utilizzare.
E io sono ricaduta nel mio errore preferito.


Che è quello di convincermi che se le cose non vanno esattamente come le voglio io, allora non vanno affatto.
E' il guaio di avere un cervello in iperventilazione: elaboro ipotesi e idee e teorie e fantasie su come andranno le cose partendo da un certo punto, e quando poi quel punto di appoggio viene a mancare non so come rielaborare.
Non so se sia una mancanza di elasticità mentale, una forma di paura di quello che non conosco, forse è un po' vigliaccheria.

Fatto sta che quando ieri sera ho sentito il "no" mi sono detta: ecco, vaffanc cavolo, non è andata come pensavo. Allora forse non è il caso che vada. Troppe incognite, non ho neppure una base di partenza, come me la smazzo?

E poi per il lavoro? E sono davvero in grado a 34 anni di rimettere in gioco tutto? E magari di andare a stare con altra gente in casa, dovendomi sorbire orari diversi e casino e scarsa comprensione per le esigenze altrui?

Dubbi, dubbi, dubbi.

Dopo una nottata di pensieri da giramenti nel letto come se fossi sulla graticola, stamattina mi sono svegliata con un barlime di idea: e proviamoci, dai.

Stamane inauguro un nuovo blocco. Il vecchio Moleskine è finito, pieno di pezzetti di me e scritte e scarabocchi e sogni e scazzi e idee e propositi. E' finito, e quello nuovo lo inizierò con qualche punto su come affrontare l'idea che avevo già in mente in modo diverso. Cercando altri punti di contatto, cercando altre ispirazioni. Altri posti in cui stare, altre idee nuove.
Se poi deciderò di cambiare meta sarà perchè ci ho riflettuto su e ho analizzato bene le cose, non perchè il mio castello di carte si è rovesciato per un soffio di vento.

"Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura".

3 commenti:

LadeaKalì ha detto...

Da oggi in poi quell'ultima frase sarà il mio mantra personale.
Baci e in bocca al lupo per tutto.

la tina ha detto...

crepi il lupo kalì, mi fa piacere che la frase piaccia anche a te.
io a forza di rimandare mi ci affosso, nella paura.
time to go!

sfollicolatamente ha detto...

Davvero bella quella frase, mi sa che divebtera' pure il mio di mantra, ora che comincio a pensare di cercarmi qualche lavoretto...
Vedrai che c'e' sempre una soluzione dietro l'angolo. Che poi, sbaglio o pure la moleskina te l'avevano rubata e poi l'hai ritrovata, chessara' mai trovare un'altra casa? :-)

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