Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

giovedì 9 agosto 2012

Polemica sul tempo che passa.

Sono una persona sostanzialmente polemica.
A volte perchè apprezzo lo scambio/scontro verbale, quell'"io credo che/sì ma non hai pensato che/aspetta che ti spiego meglio": mi intriga, non posso negarlo.

Altre volte per amor di polemica, perchè certe cose mi stanno troppo sulle balle per stare zitta e penso sia, se non giusto, almeno divertente tirarle fuori.


Esempio.

Lo scandalo del marciatore altoatesino campione del mondo che s'è fatto beccare dopato alle Olimpiadi.
Ora: non riesco ad immaginare la quantità di pressioni e aspettative da parte di tutti, e intendo tutti, la famiglia, i tifosi, quelli che dicono che sei un pirla anche se vinci, e soprattutto gli sponsor che vogliono con tutte le loro forze che tu corra, e corra veloce, e vinca. Possibilmente il massimo, se non ti spiace.

Detto ciò, io vorrei capire come ti possa venire in mente di prendere sostanze dopanti, nella speranza che non ti becchino.
Ti sarai allenato, negli ultimi 4 anni dalla medaglia d'oro. Ti sarai accorto che non ce la facevi, che non riuscivi a star dietro ai tempi richiesti, agli sforzi fisici, alla fatica. A tutto.
Ma non ti sei sentito libero di tirarti indietro, di dedicarti ad altro. Ci sono in ballo troppe cose, probabilmente troppi soldi. E le aspirazioni degli altri su di te pesano come sassi da portare in spalla mentra si marcia. E così butti via quello che hai conquistato con fatica 4 anni fa, facendoti sbattere a calci in culo fuori dalle piste, perdendo la faccia e la dignità e rischiando di sbriciolarti via la vita a manco 30 anni.


Vorrei capire come ci si possa ridurre, consapevolmente, da questo punto
a questo.


Lo so che è un discorso semplicistico.
Dire a chi ha provato certe sensazioni, certe emozioni di rinunciarci, perchè non ce la fa più o non è competitivo o semplicemente non è più il migliore, dev'essere difficile.
Ma si tratta di accettare quello che il tuo corpo ti sta dicendo. Che una volta sei stato il vincitore, ma questo non significa che tu lo debba essere per sempre.


Altro esempio.

Una donna bellissima, splendida, universalmente riconosciuta come tale. Top model per anni e anni, che d'un tratto si accorge che oibò, gli anni passano e non sei più una ragazzina. Urge correre ai ripari!

E cosa fa 'sta gran dama?
Ecco cosa fa: evolve, se così possiamo dire, da questo viso
a questo.

Non sono una talebana del ritocco, se serve a far sentire meglio con se stessi.

E lo capirei, davvero, se partissimo da un senso di non accettazione di sè che deriva dalla scarsa bellezza (che poi non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace, de gustibus ecc ecc).




(prendo lei come esempio di donna non bellissima: è un'attrice spagnola che non è proprio una gnocca ma vive bene con se stessa e di ritocchi non ne ha fatti, anzi si tiene la sua fama di "attrice dai lineamenti picassiani" e di musa di Almodovar.)






La mancanza di saggezza in chi fa certe cose, che sia barare in una competizione olimpica dopo che si ha già vinto un oro o imbruttirsi come mostri riempiendosi la faccia di plastica, mi fa pensare che non sia il bisogno di migliorare se stessi a convincerli.
Perchè il massimo dei risultati è già stato raggiunto.

Quello che spinge è la mancanza di accettazione del tempo che passa, e che se tu 4 anni fa avevi certe risorse oggi puoi non averle più, e non conta che ci siano altri che ancora le hanno.
E invece di dirti "son stato un fico, sono fiero di me" tu bari per poter riprovare ancora certe sensazioni, ma ti sgamano.
E ti ritrovi a piangere in TV.

Spinge la mancanza di consapevolezza che se sei stata una ragazza bellissima sarai probabilmente una splendida donna ancora oggi, ma non potrai assomigliare alle diciottenni in passerella, non importa quanto silicone ti stenda la fronte o gonfi gli zigomi.
E invece di dire "ci sono due rughe, d'altro canto a 40 e passa anni ci sta, mi tengo comunque benissimo e ho la casa tappezzata di mie immagini a memento di quanto sono bella" ti riduci alla parodia di un alieno, e la gente corre a fotografarti per sfotterti e diventi il paradigma di cosa non fare con la propria faccia.


Ecco, queste cose fanno scattare la mia vena polemica.
Ditemi che non sono la sola. 

3 commenti:

Mirella ha detto...

a me lo dici. Io non vedo l'ora di essere un'arzilla ottantenne tipo miss marple.
No sul serio. Io trovo che in ogni momento della vita e dell'età ci siano cose godibilissime. Ostinarsi a voler fermare il tempo a venticinque anni è come volere le fragole a gennaio. Sì, son fragole, san di patata. mangiati un'arancia che è meglio.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Probabilmente la spinta è proprio quella che hai detto: non accettare di essere cambiati (prestazioni sportive, bellezza, caratteristiche fisiche). Non accettarsi, o non saper accettare la pressione che viene dall'esterno, di quelli che vogliono da te sempre meglio, sempre di più. Vogliono che tu sia più bella che a vent'anni, che tu sia più prestante sportivamente che a venticinque.

In sostanza, l'incapacità di accettarsi. Oggi la Idem è arrivata quinta in finale. Ha avuto la forza di incazzarsi perché poteva arrivare terza, ma anche la leggerezza di considerare che a 48 anni è stata comunque un'ottima prestazione. Evviva! Per me ha vinto 3 ori nello stesso tempo, ha tirato come una ventenne, gareggiando con ragazze che potrebbero essere sue figlie.

E questo vale anche per noi. Io non riesco più a risalire in barca dopo una scuffia: bene, è ora di smettere di giocare con le derive (oppure di perdere 10 kg di peso, ma questa è un'altra storia...)

la tina ha detto...

seavessi, io le arance le bevo solo a spremuta. in spicchi non mi piacciono, ma adoro i mandarini (per dire che siamo tutti diversi). ciononostante anche io trovo che l'anguria di febbraio non sappia di nulla se non d'acqua, ed è un vero peccato. le stagioni sono diverse, ma una sola per quanto bella sarebbe una sega mostruosa.
grazie cara.

imatig, quello che mi spiace verso il marciatore è che quando ha vinto l'oro aveva 23 anni, oggi ne ha 27 o 28. insomma, capisco che con l'età molto immatura non sia faciel fare certe scelte, magari scegliere di NON fare piuttosto che di fare (cazzate).
ciononostante credo sia ormai una prassi consumata. io a 34 anni m sento, in diversi contesti, ormai troppo vecchia. e questo devo dire che mette in difficoltà.
spero di essere sempre in grado di reagire con saggezza a questa cosa.

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