- Non puoi decidere cosa ami o odi, cosa ti piace fare e quali mete vuoi raggiungere finchè non ti conosci. Finchè non sai chi sei.
- Eh, ma che significa conoscersi? Io mi conosco, figurati, che ci vuole...
- Non è la cosa più scontata al mondo, sai? Conoscersi è tutt'altro che facile. Innanzitutto quando incontri una persona che non ti piace puoi sempre dire: "chi mi obbliga a starti vicino? Me ne vado!" Ma se non ti piaci tu? Che fai, te ne vai da te? Non puoi.
- Beh che c'entra, io mi piaccio, e se non mi piaccio cambio, è facile.
- Beato te che lo trovi facile. Io lavoro da anni su me stessa, sto imparando a conoscermi e ti assicuro che cose che non mi piacevano prima sono ancora lì, presenti come un rinoceronte dipinto a pois in mezzo alla stanza. Cambiare se stessi è difficile.
- Vabbè, comunque. Io mi conosco, dai, non è questo il problema. Ma poi, come mi dovrei conoscere? Piacere, sono io? Non farmi ridere...
- Come la conosci una persona nuova? Dai, dimmelo. Ci passi del tempo assieme. Le dedichi attenzione, ascolto, la scopri, la osservi, la annusi, tutto quello che vuoi. Ma ci vuole cura per conoscere ogni persona che incontri: non puoi farlo mentre sei perso in altre cose.
- Cioè?
- Beh, se io e te non ci conoscessimo e andassimo insieme al cinema, o allo stadio, alla fine della serata non sapremmo molto di più l'uno dell'altro. Sì, io saprei che se la squadra avversaria fa gol tu bestemmi, tu sapresti che i film horror non fanno per me. Ma non ci saremmo conosciuti affatto. Conoscersi è darsi tempo di scoprire l'altro, cose belle o brutte. E più la conoscenza aumenta, più cresce anche la percezione dell'effetto che l'altro ha su di te. Una persona a cui mi affeziono, a cui tengo, che chiamo amica, avrà un'influenza maggiore su me stesso, no?
- Boh, credo. Sì, va bene, sì. Ma non capisco che c'entri col conoscere se stessi.
- Per conoscere me stesso io devo dedicarmi le stesse attenzioni e cure che dedicherei a conoscere chiunque altro. Ascoltarmi, capire chi sono, come sono arrivato qui dove mi trovo, se sono felice di ciò che affronto e perchè; cosa mi spaventa, cosa mi dà forza e mi fa andare avanti, cosa mi scoraggia e mi fa cedere. Cosa amo, cosa voglio. Chi sono.
- Beh ma tutti sanno chi sono.
- Ok. Quanto tempo dedichi a te stesso? Se ti senti abbattuto, senza senso, te lo concedi il tempo di capire cosa ti abbia ridotto così o no? Se ti senti felice, sai perchè o ti basta la sensazione? Quando ti innamori, sai cosa ti fa amare l'altra persona o è solo un generico senso di riempimento della vita?
- Quant'è complicato tutto! Che ne so...
- Io ci sto provando; non ti nego che ci sono giorni in cui non mi riconosco, in cui le sorprese che mi faccio non sono piacevoli o divertenti, e altri in cui mi stupisco per la forza che ho e per le mie capacità. Niente, comunque, vale quanto il fatto di scoprire me stessa. E lo sai perchè?
- Perchè sei oh-così-in-gamba?
- No, pirla. Perchè se non mi scopro io nessuno lo farà per me. Perchè se non imparo io cosa voglio, non troverò mai nessuno disposto a darmelo. Perchè se non so chi o che cosa amo continuerò a dondolare fra relazioni insoddisfacenti, lavori che mi fanno vomitare e situazioni personali deludenti.
Conoscermi mi fa apprezzare di più chi sono, le mie forze e le mie debolezze, e imparo ad accettare anche quelle visto che non posso lottare per la perfezione. *
* è un dialogo mentale che sto tentando di trovare la forza per affrontare, e rendere reale.
By the way,
a tutti, buone feste, tante risate e mangiate in compagnia.
10 commenti:
Per conoscersi bene serve uno specchio, però. Da soli, si rischia di conoscere solo l'ombra.
dabo, interessante. credo fermamente che nell'incontro con l'altro ci si conosca meglio, sì; ma io devo partire da me, tu da te ecc. per poi incontrarci. almeno, la vedo così ^_^
Bella davvero..
e credimi che non sei da sola! Penso ci siano moooooolte persone nella tua stessa situazione, alcune (io in primis) che però nemmeno dialogano con se stesse..
Grazie.
Baci
C.
esplicito?
esplicito
secondo me quando arrivi a dei nodi su cui continui a tornare, ci serve un incontro (o due, o tre... o...) con uno psicoterapeuta (magari che faccia terapie brevi)
C. il dialogo con se stessi è uno dei piaceri della vita! (e come ha detto mr rochester "non devi aver conosciuto molti piaceri, nella vita") ^_^
dabo, per me la chiacchierata con lo psicoterapeuta ha senso se ci sono dei grossi nodi, degli scogli che bloccano un po' di altre cose. nel senso: ci andrei (e ci sono stata) quando dei groppi ti impediscono di stare bene, di progredire, di affrontare anche solo la quotidianità.
quello a cui mi riferivo è più... come dire, l'incapacità di parlare con se stessi, di capire che solo perchè io sono io non significa che mi conosca! ecco :)
Ho capito quasi niente, soprattutto quel che vi siete dette con la Dabo. Io sento 'terapia' e guardo se arrivano i rugbisti, è tipo un riflesso tipo cane di pavlov.
Ma voglio un gran bene a entrambe, può servire?
wow. le mie doti di scrittura devono aver subito un'impennata per non averti fatto capire niente.
comunque, apprezzo il bene, e penso anche dabo ^_^
Ma che doti e doti. Per me sono temi ostici , ed è frustrante.
Ma è bello sapere che voi invece riuscite a parlare di certe cose, a volare un po' più alto, ecco
Lo so che è uno dei piaceri della vita... ma non è facile comunque farlo! :-D
Baci
C.
seavessi, secondo me ti sottovaluti, ovvero: ti vedi distorta. non è che tu non ti conosca, anzi. per quel (poco) che ti conosco io hai passioni "solitarie", leggere, creare varei cose, la cucina, che dipendono anche dal fatto che con te stessa stai bene. sennò saresti una di quelle che saltano dalla palestra all'ape con le amiche, dalla cena al pub, tutto pur di non stare sola. no?
C. hai voglia se non è facile! in qs periodo certi giorni (vedi oggi ^_^ ) mi piglierei a calci nel popò da sola, però che ti dico... anche questi momenti servono ;)
baciozzi!
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