Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

lunedì 1 aprile 2013

Tu, ah tu.

Tu, che stasera vieni da me e mi dici, dopo mesi di frequentazione intensissima e semi-ossessiva, che siamo amici. AMICI. Che su quello dobbiamo costruire, creare valore, ma che non c'è altro.
(amo la parola amici. Non la voglio vivere come una sconfitta, come un vorrei-avere-altro-ma-non-posso-e-mi-tocca-accontentarmi-di-questo...)
Tu che lacrimi.
Tu che te ne vai e io chiudo la porta. E il silenzio mi atterrisce.


Due giorni appena trascorsi con un calore, un amore che da tempo non sentivo.
Il giorno di Pasqua mia cugina mi ha accolto a casa, mi ha prepara un pranzo ottimo, e insieme al suo compagno mi hanno ascoltato raccontare della mia vita nuova, del lavoro, di quello che faccio e che vivo, e sì, di te, certo.
Forse sono stata un po' pesa coi discorsi su di te, eh? Sai che palle... Ma mi hanno ascoltato, e poi abbiamo passeggiato, e poi lei mi ha anche fatto il trattamento shatzu bellissimo e mi sono sentita avvolta in questa rete di calore, di cura che fa bene all'anima.

La sera un amico mi ha accolto, anche lui, e l'ha fatto parlando con me della sua visione dell'Universo e dell'energia che permea ogni cosa, del vivere le sfide e del non sottrarsi a quello che ci viene incontro. Ma l'ha fatto anche ridendo con me e portandomi a ballare boogie e facendomi incontrare altri amici che mi hanno abbracciata, e sono stati felici di condividere la serata con me.

Oggi mi sono trovata in un gruppo di vecchi amici che io conoscevo solo superficialmente, e non mi sono sentita di troppo o da sola un attimo. Ho riso, scherzato, mangiato, grigliato (quale miglior cliché per pasquetta?) bevuto e quando sono andata via, per tornare a casa e vedere te e sentire quello che ho sentito, beh ero felice. Ero tranquilla. Un po' nervosina, ma consapevole della mia fortuna di aver potuto trascorrere due giorni di festa in ottima compagnia.


Questa sera, nella casa silenziosa, analizzo cosa sento. E mentre lo faccio mi arrivano messaggi di amici con
cui ho parlato e mi dicono di stare tranquilla. Di mia sorella che mi dice "ti chiamo prima di dormire" e so che lo farà davvero, lei. Mi dicono che non sono sola, che non sto rischiando di annegare in un mare di disperazione ma sto solo affrontando una fase nuova della mia vita. E posso trarne il meglio. Posso fare di me ciò che voglio.


 E quando me ne andrò a letto e al buio mi salirà quella malinconia da fine-di-qualcosa-di-bello io mi terrò stretta gli abbracci, e le parole, e i sorrisi, e i momenti preziosi di questi due giorni e a quelli legherò i miei sogni, senza farmi trascinare da altro.






(Io mi sa che inizio iscrivendomi a un corso di burlesque, se non costa un mutuo).

4 commenti:

sfollicolatamente ha detto...

Oh si si il burlesque mi sembra un'ottima idea, Tina!!
Hanno ragione i tuoi amici quando dicono che puoi fare di te stessa cio' che vuoi.
Almeno ora le carte in tavola sono chiare, ed e' un buon inizio...
Forza Tina!

Anonimo ha detto...

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Ilmondoatestaingiù ha detto...

Mmm.. posso venire a far la clacque? :)

Tina, c'è tanta saggezza nel sapersi tenere i momenti preziosi addosso, per addolcire quella malinconia lì.

E' una malinconia che val la pena di affrontare, pur di aver momenti preziosi. Vivere è sempre meglio.

la tina ha detto...

Sfolli, grazie cara. Mi sento come se dovessi iniziare da capo qualcosa di nuovo.
Che poi ricominciare è un po' una mia specialità... col cuore pesante si fa più fatica, è vero.
Ma ce la si fa comunque.

imatig, vieni quando vuoi e clacqueggia pure!!! Mi sento come se ogni secondo fosse da affrontare un respiro alla volta, è faticoso ma a fine giornata voglio sentirmi... io. Ecco.
Un abbraccio!

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