Certe cose non cambiano mai.
Altre, per fortuna, sì.

mercoledì 29 febbraio 2012

Caro febbraio.

Caro febbraio, grazie per essere venuto a trovarci portando anche il 29esimo giorno, che si fa vedere una volta ogni 4 anni come se ci facesse 'sto grande onore.
Volevo farmi due chiacchiere con te.

Innanzitutto sei stato un mese interessante, anche se onestamente sei più che volato, anzi ti sei liquefatto fra le mia dita e i miei neuroni. Non t'ho manco visto!
(che ho fatto in questo mese? cosa ho combinato? ma come passano le giornate? che diavolo combino della mia vita? AAAAARGH, il panico. ok, basta)

...No sul serio, cosa è successo in questo mese?
Ma certo!!!


Ho scritto! Il mio libro ha preso la forma definitiva per partecipare al concorso super bello e super fico, e dopo tagli allucinanti, rimaneggiamenti, impasti che manco da un governo all'altro se ne sono visti, le mie 490efischiamila battute sono pronte.
Amorevolmente pronte, aggiungerei.

Quindi, non posso dire che sia stato un mese inutile, anzi. Vissuto in modo strano sì. Era da un po', da quando ho finito di scrivere a metà ottobre, che non passavo giornate intere davanti al pc a scrivere, cancellare, riscrivere, leggere, rileggere, sbattere la testa al muro, sognare di essere altrove, tornare davanti al pc ecc. ecc.

E' stato interessante. Le pagine, riviste, numerate e stampate, sono ora nelle manine preziose di mia madre, che ha iniziato a leggerlo e me lo ridarà con le (dovute, spero non molte) correzioni.
Dopodichè lo abbraccerò tutto e gli farò le coccole e lo spruzzerò di profumo e gli metterò un fiocchino addosso e tanti incoraggiamenti e lo spedirò al concorso! <3
(ed entrerò in apnea aspettando di sapere se passo le selezioni)

Febbraio mio, quindi fra poche ore ci salutiamo. Vorrei dirti che sei stato proprio un bel mese, ma ti prego di notare che sei iniziato e io avevo l'influenza, il raffreddore, le ossa rotte, diciamo il pacchetto completo; oggi, che tu fai ciao ciao con la manina, io sono di nuovo a letto con la febbre ( M***@ ) e mi sento uno strofinaccio da cucina. Grazie, eh.

Fatti due chiacchiere con tuo fratello marzo, e fagli presente che non accetterò un trattamento simile da lui. Ok?
Ti perdono perchè sei un mese anche bello e buffo: ieri sera c'era un cielo meraviglioso con allineati la Luna, Giove, Venere e Mercurio (ovviamente me li sono googleati, io vedevo uno spicchio e un saaaaacco di puntini brillanti) e perchè oggi è il Leap Day, il giorno più balengo dell'anno in cui le donne possono chiedere agli uomini di sposarle, se loro sono così pirla da non voler/poter/saperlo fare.

Stai bene febbraio,
cordiali saluti, torna presto (tipo fra 11 mesi. prima no).

lunedì 20 febbraio 2012

Nottatone!

Poche sere fa ho avuto il piacere di dormire col mio cuginetto treenne.

E' arrivato a casa col suo zainetto pieno delle cose per la notte, e un'orango arancione di peluche - ma sarà la cosa migliore con cui far dormire un nano? - sottobraccio.

Come nei migliori appuntamenti, abbiamo iniziato con la cena. Pizza, che ci siamo gustati con enorme piacere, mentre facevamo piani per la serata. Allora, adesso mangiamo la pizza, poi ci laviamo per bene, mettiamo il pigiamino e via sotto le coperte a vedere un cartone!

Programmone. D'altro canto in disco mi sa che non lo facevano entrare...

E quindi via, dopo cena, con calma, dopo averlo lavato tutto compresi i piedini puzzoni che continuava a tentare di farmi sniffare, gli ho messo il pigiama di pile - ma che caldo avrà di notte? - e l'ho piazzato nella sua metà del lettone. Quello è il tuo spazio, questo è il mio spazio - un po' alla Baby in Dirty Dancing, certo io non parlavo con Patrick Swayze...


Il mio diabolico piano era semplice: a metà di Cenerentola il nano mi crolla addormentato, io lo rimbocco per bene nel piumone e poi mi faccio un po' dei miei, guardo qualcosa sul pc, scrivo a qualcuno...
Beata innocenza.
Il nano s'è fatto prendere dalle vicende di topi parlanti, gatti cattivi e ragazze sfigate, principi belli - è bello ippìncipe, è bello! No è brutto, il principe è brutto, guardalo bene! - e a fine film esclamava rapito "un atto, un atto film, dai, ne vediamo un atto?"
"Ma non hai sonno, gioia?"
"Un attoooooo!"

Ah ecco.

Siamo ripartiti con Il libro nella giungla. Oh come ci è subito stato simpatico Mowgli, ribattezzato seduta stante Mlogli. A metà film io, col minimo sindacale di autorità, ho detto che il computer aveva sonno e andava a dormire, e pure noi da bravi ci mettevamo giù.
E ho spento la luce.
Il nano è rimasto un attimo perplesso, poi ha detto con tono quasi dubbioso: Ma io non ti vedo.
Eh no amore, ho spento la luce. Avverto la sua perplessità e aggiungo, ecco, tienimi la mano, facciamo la nanna?
Il tono diventa nettamente più scocciato: No, io non ti vedo. Non vedo nente. Dov'è la luse?
Un po' smadonnando un po' ridendo mi alzo e prendo l'abat jour con la luce più flebile che ho in camera, l'appoggio per terra e l'accendo.
Mi guarda come a dire, finalmente l'hai capita cocca, mò famole 'ste nanne che c'ho sonno.

E nel giro di pochi minuti inizia a russare, amore lui. Io rispengo la luce, ma tiro su qualche riga di tapparella, in modo da far entrare il più tenue e pallido riverbero delle luci stradali.

La notte è stata un acrobazia di: copri il nano che s'è scoperto, rigira il nano che t'ha ficcato i piedi nelle costole, ricappottalo quando va sotto il piumone con la testa e lascia il corpo fuori, spostagli la suddetta testa che a cadenza fissa ti batte contro la spalla, la testa - ahia nano, dai basta, ma stai russando? Ah ecco, manco il piacere di dire ciao mentre mi pigli a capocciate - eccetera.
La mattina seguente ero quasi febbricitante.

In ogni caso la notte è stata un successone, innanzitutto perchè appena sveglio mi ha guardato sorridendo e ha esclamato "latteebiccotti, è mattina!" saltandomi in braccio per essere portato in cucina; e poi perchè, dietro mia istigazione, ha iniziato a dire che il principe di Cenerentola è blutto! E' popio blutto!


Amore lui ^_^

venerdì 10 febbraio 2012

Gradini.

Ho scoperto, grazie ad un'amica, questa immagine.
Mi è piaciuta molto, perchè mi fa pensare a quale punto sto attraversando in tante situazioni, dal lavare i piatti al realizzare i grandi obiettivi.



La condivido per dare uno spunto a chi si sente cementato sui gradini bassi della scala, e magari non si accorge che fra lo stare seduti a terra con aria scazzata e il saltare felici e festanti ci sono meno passi di quelli che crediamo.

Quale gradino hai raggiunto oggi?

lunedì 6 febbraio 2012

Percorsi

In questi giorni sto rifletendo sui viaggi, i percorsi.
Non intesi come "andare da A a B", bensì come atti in sè, come movimenti fra un punto di partenza - mai troppo definito - e un punto di arrivo che a volte, nella sua fondamentale importanza, conta molto meno di ciò che si attraversa per raggiungerlo.

Quali sono i percorsi migliori? Quelli noti, da fare con fiducia e a volte con noia, o quelli inaspettati, più difficili, da affrontare con circospezione e una punta di sospetto?


Se cammino in casa mia di notte, con tutte le luci spente, sono in grado di raggiungere il letto senza toccare nulla. Il corridoio in cui evito la pianta in vaso; la porta che divide la zona giorno e la notte, in cui sbatto con regolarità contro lo stipite - ma questo accade anche in pieno giorno, è che non ci faccio attenzione - poi la curva a destra dell'altro corridoio, senza centrare in pieno la scarpiera; infine la porta della mia stanza, che mi chiudo alle spalle.

Mi piace la sicurezza con cui l'affronto, mi piace conoscerlo, sapere quali quadri sono attaccati alle pareti, dove si trovano gli interruttori, dove le altre porte.

E' rassicurante. Non posso dire sia molto emozionante, questo no.
Così come non lo sono i percorsi affrontati quotidianamente, i tragitti casa-scuola, casa-lavoro, ufficio-supermercato, ecc.
Li compiamo sovrappensiero, con la mente focalizzata su ben altre cose e il pilota automatico inserito, spesso non accorgendoci bene di ciò che ci circonda. Tanto l'abbiamo già visto, lo conosciamo.  
Been there, done that.


I percorsi nuovi, invece, sono tutta un'altra storia.
Quelli che scegliamo e quelli che ci si parano davanti, senza tanti complimenti, e pretendono la nostra attenzione.
Sono curve dietro cui non sappiamo cosa trovare. Una salita? Una discesa? Uno spazio aperto? Uno steccato, magari. E allora dove si va?


Ogni mossa richiede maggiore attenzione, qualche precauzione in più, e l'impazienza dobbiamo presto imparare a ficcarcela in tasca per non rischiare di sbagliare strada.
Che poi, qual'è la strada giusta? Quella che volevamo fare fin dall'inizio? E se durante il percorso qualcosa cambia, evolve, ci fa scoprire lati insapettati che ci portano a mutare prospettiva e destinazione?

Con tutte queste variabili e le paure che nascono dentro, perchè affrontarli 'sti benedetti viaggi?
Cosa ci spinge?
A me succede per la fame di novità. Il desiderio di rimettermi in gioco, di scoprire qualcosa di me che non conosco ancora. La voglia di aggiungere un altro pezzettino al puzzle che sto costruendo, anche se in certi momenti mi sento come se m'avessero dato le istruzioni sbagliate per completarlo.

Quando ho scritto l'ultimo post mi sentivo sbattuta in mezzo al caos senza una bussola.
Ma mi sono arrivati incoraggiamenti e stimoli da tante parti, anche fuori dal blog, alcuni inaspettati e davvero preziosi.

E così mi sono messa a ragionare un po'.
Perchè mi sento così persa? Così senza direzione, senza una guida anche solo sussurrata?
Perchè il percorso che ho scelto è completamente nuovo, per me. E' una strada mai fatta, con qualche pozza ghiacciata in terra che mi fa scivolare nella malinconia e nell'autocommiserazione del non-ci-arriverò-mai; ma ha anche viste bellissime, compagni di viaggio - fisici ed emotivi - preziosi e pieni di spunti intriganti.

Ed è la mia strada, il mio viaggio. Per ora. Se la destinazione sarà quella che mi ero prefissata ok, sennò ce ne sarà un'altra e avrà le sue caratteristiche per attrarmi irresistibilmente verso di sé, no?

Voglio sentirmi viva, protagonista di questo mio percorso.
E come dice la poetessa:

"Non c'è vita che almeno per un attimo non sia stata immortale."

mercoledì 1 febbraio 2012

Senso.

Non è esattamente facile descrivere in un post come si sta ormai da mesi, cosa si prova ogni mattina quando si sente la sveglia e ci si alza pensando "ok, ne inizia un altro. Che ci facciamo con questa giornata? Quali grandi impegni ho oggi, che mi impediscono di richiudere gli occhi e fare semplicemente finta di nulla?"

Non è una situazione nuova, per me e, probabilmente, per il resto della popolazione umana.
Ma inizia a logorarmi.

Quando ho lasciato il lavoro, ormai ben... 10 mesi fa, avevo in testa un'idea. Un'idea portentosa, mi sembrava la migliore che la mia mente avesse mai partorito. Io mi metto in gioco, rivoluziono tutto - vedi non avere uno stipendio, tornare a vivere dove pensavi non saresti mai tornata, rinunciare ad una discreta quantità di cose tra cui l'agognata indipendenza - per fare ciò che sogno.
Una scelta così non viene per forza ripagata?
Non lo realizzi quel sogno enorme che covi come una gallina gelosa, se hai il coraggio di cambiare tutto, ma proprio tutto?

No.

Semplicemente, ci provi. Ci lavori su, ci metti tempo e idee ed energie e a volte i tuoi scazzi, le speranze le illusioni e i sogni ad occhi aperti, quelli in cui arriva una lettera o una telefonata che quando le ricevi sorridi e basta, e la musica di sottofondo è bellissima e intensa.

Solo che.
Solo che poi, mentre tu aspetti che questo avvenga, ti perdi. I dubbi iniziano ad essere più forti dei sogni, le disillusioni diventano fedeli (bastarde) compagne di quasi ogni ora di veglia.
E ti immobilizzi.


Ti dici che no, non ci credi, ti rifiuti di dover abbandonare quello spazio morbido e ovattato che è il tuo sogno, ma non solo un sogno tipo il principe azzurro sul cavallo bianco col mantello che sventola: è un progetto, per la miseria, è una cosa su cui hai investito.

Solo che ormai non c'è più quella vocina che dice "sei una grande, credici, stai facendo la cosa giusta, pensa che stai lavorando per realizzare il sogno più grande che hai, cosa potrebbe esserci di più giusto, di più bello?"
La vocina tace. Ogni tanto tossicchia, quasi imbarazzata, poi anche lei si perde in elucubrazioni che non segui più.

E le tue giornate iniziano a scorrere come acqua fredda, senza sostanza, senza qualcosa che le renda solide, che le dia valore. I libri che leggi, i film che guardi quasi più per occupare il tempo che altro, le sporadiche chiacchierate con le poche persone che consideri amiche, non bastano a nascondere questo buco che ti sta lasciando il sogno, che sembra andare via un pezzetto alla volta, un granello ogni istante.

Sei senza un senso, e non sai più dove trovarlo.
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